di Alessandra Carpino – Taranto BuonaSera
Senza mezze misure ed ispirato da una rinnovata consapevolezza tattica e mentale. Il Taranto reagisce immediatamente alla caduta interna contro la Casertana e si scopre corsaro su un campo ostico come il “Viviani” di Potenza, non espugnato addirittura dal 2006: i rossoblu allenati da Ezio Capuano piegano gli avversari lucani guidati da Franco Lerda grazie alla doppietta di uno strepitoso Mamadou Kanoute, intervallata dalla rete del momentaneo pareggio siglata dall’under in rampa di lancio Saporiti. A fronte delle assenze di Bifulco (che smaltisce definitivamente i tre turni di punizione comminati dal giudice sportivo dopo l’espulsione contro il Sorrento), di Riggio (squalificato per diffida), ma anche dei giovani Heinz ed Hysaj (mai visto all’opera), entrambi a riposo precauzionale per motivi fisici, lo stratega Capuano disegna un 3-5-2 in fase di non possesso palla, confidando ancora in un Romano “borderline”, il quale funge da collante fra la zona intermedia e la trequarti, per garantire corsa, pragmatismo e suggerimenti a beneficio del tandem offensivo composto da Cianci e Kanoute. Le inevitabili metamorfosi coinvolgono la catena mancina, sulla quale collaborano il prescelto arretrato De Santis ed un Ferrara in netta evoluzione, mentre a Luciani e Mastromonaco spetta il compito di accrescere l’intesa sulla corsia opposta destra. E se la retroguardia è completata dagli inamovibili Vannucchi in porta ed Antonini centrale, le chiavi della linea nevralgica sono consegnate a Calvano e Zonta. Il Taranto indovina l’approccio propositivo in una gara che assume subito meccanismi energici a metà campo: l’osmosi sulle catene funziona ad intermittenza (sovrapposizioni e spunti dinamici costanti sul versante mancino, qualche titubanza sulla sponda destra), ma il desiderio di osare in porta attraverso una manovra intraprendente e sicura aumenta. Ed il vantaggio degli ionici è suggellato al secondo giro di lancette, quasi una conseguenza dell’efficacia registrata sul binario di sinistra: Ferrara è artefice di una incursione in discesa e di un cross pennellato ed intercettato dalla sponda decisiva di Cianci, il quale assiste in area l’inserimento di Kanoute sulla destra; l’attaccante senegalese si esibisce con la testa in tuffo e scaraventa la sfera alle spalle dell’estremo difensore lucano Alastra. Il Taranto si esprime con intraprendenza superiore nell’aggredire e nel verticalizzare, superando anche i tentativi in ripartenza dei padroni di casa, nonché qualche sbavatura superficiale nel contrasto, mentre indomita è l’oscillazione a presidiare del carismatico Kanoute, con il collega Cianci avvezzo ad un’opera di abnegazione e sostanza nei pressi della porta antagonista. I padroni di casa pervengono al transitorio pareggio al 28’: Hadziomanovic effettua un traversone preciso dal lato mancino che innesca Saporiti il quale, in solitudine in area di rigore ed eludendo la marcatura larga ed affrettata da parte di Ferrara, concretizza un’incornata. Il gol del definitivo sorpasso degli ionici è firmato al 65’: Kanoute è autore di una progressione esplosiva da oltre 50mt, penetra in area ed inventa un diagonale chirurgico col destro destinato ad insinuarsi verso il palo più lontano. “Avevamo preparato la gara nei minimi particolari, abbiamo disputato i trenta minuti iniziali in maniera impeccabile ed abbiamo incassato il gol del pareggio nel nostro miglior momento: avevamo studiato la sterzata su Di Grazia e gli inserimenti per tutta la settimana e la disattenzione nella lettura mi ha infastidito-ha commentato Ezio Capuano- Poi abbiamo continuato a giocare da grande squadra, senza accontentarci: siamo stati bravi ad attaccare costantemente largo con Kanoute, facendo accorciare Cianci: la marcatura di Hristov era stata attuata per impedirgli le intuizioni aeree, così ho meditato il contrario, permettendo al mio attaccante di salire e di aggredire l’avversario in ampiezza.” Il tecnico del Taranto ha spiegato l’originalità delle scelte dalla cintola in su: “Grande densità in mezzo al campo: avevamo trovato un assetto tattico perfetto con Bifulco, giocatore che abbiamo perso per squalifica per ben tre partite. Alfredo interpreta molto bene la fase difendente, ma il 3-4-3 dipende dalle sue peculiarità- ha ricordato- Mi aspettavo che il Potenza giocasse con un modulo analogo, affidandosi alle avanzate dei due trequarti ed ai due quarti che allungavano. Ho optato per un centrocampista in più (Romano) per schermare ed abbiamo controllato anche una punta prolifica come Caturano, seguito sotto da Antonini e sopra da Calvano”. “Quando ho visto che la compagine lucana aveva scelto il 3-5-2, ho avvertito la mia squadra: siamo stati avvantaggiati nel disporci a specchio, poiché noi siamo abituati a creare densità in zona palla e giocare con l’uomo in più dall’altra parte- ha confidato lo stratega ionico-Siamo stati favoriti nelle nostre caratteristiche, palleggiavamo ed aggredivamo bene contro un Potenza forte ma leggermente in difficoltà: un successo davvero meritato”. In merito all’alternanza di pedine sulle fasce, Capuano ha analizzato: “Nel momento in cui ho notato le complicazioni sulla catena destra, ho dirottato Ferrara affinché limitasse Di Grazia nella sua giocata monotematica: l’ho fatto giocare sul piede forte entrante, una scelta coraggiosa ma proficua”. “Sul binario mancino ho collocato Panico, per garantire spinta e protezione- ha precisato- E’ un giocatore fondamentale per noi, è stato fermo circa due mesi, lo abbiamo curato e coccolato. Siamo rimasti compatti, non ci siamo mai disuniti”. “Abbiamo disputato una grande prova per qualità ed acume tattico su un terreno stregato, sul quale il Potenza conquista la maggior parte dei suoi punti-ha chiosato- Questa vittoria ci rilancia, ci porta a dieci punti di vantaggio sulla zona rossa e cinque sui play off, per continuare a lavorare con continuità nel campionato faraonico che stiamo interpretando”.