“Credere nei propri sogni e non mollare mai”, non è solo una frase motivazionale, ma un concentratissimo riassunto della carriera, fino a questo momento, del giovane Luca Zamparo. L’attaccante di Latisana dopo aver calcato i campi sabbiosi di Serie D, ha coronato non solo un suo sogno ma anche quello di una città intera, blasonata e che ha sempre vissuto di calcio. Una piazza che ha tante similitudini con Taranto ma che adesso può festeggiare.
La Reggiana è infatti un’ex nobile decaduta, che un paio di anni fa è stata privata del calcio professionistico e dello storico titolo sportivo, ma ora ha finalmente visto la luce in fondo al tunnel. Come qualsiasi fiaba dal lieto fine, in soli due anni i granata non solo sono tornati tra i professionisti, ma sono anche riusciti nel clamoroso doppio salto di categoria che li ha riportati in cadetteria dopo la bellezza di ventuno anni. In finale playoff hanno trovato il Bari di De Laurentiis, che nel proprio organico può vantare nomi altisonanti e di categorie superiori, ma non c’è stata storia. I granata, nonostante la vittoria di misura, hanno letteralmente dominato il match, colpendo due legni nei primi minuti di gioco e trovando il gol del vantaggio nella ripresa. La Reggio Audace, da qualche giorno tornata a tutti gli effetti A.C. Reggiana 1919, ha tante storie da raccontare: dal giovanissimo Augustus Kargbo, che qualche anno fa giocava scalzo nella sua Sierra Leone ed ora è tra i giovani più richiesti anche nella massima categoria, ad Alessandro Spanò, storico capitano e trascinatore che dopo sei anni in granata dice basta, per seguire il suo nuovo sogno professionale a soli ventisei anni. Da qualsiasi prospettiva si guardi, la stagione della Reggiana ci riporta al tema centrale: i sogni, citati anche dal forte centravanti Luca Zamparo, quelli che l’hanno portato dalle giovanili del Cjarlins Muzane, società del suo paese natale, alla Serie B. Dopo aver disputato da protagonista questa stagione, con ben undici gol realizzati, il classe ’94 ha la strada spianata verso il calcio che conta, ripartendo ovviamente dalla sua Reggiana.
GLI INIZI – “Ho iniziato alla Muzzanese, poi diventata Cjarlins Muzane. Ero molto piccolo e ricordo di aver avuto Michele Zanutta come allenatore che, guarda il destino, è stato anche un grandissimo capitano e bandiera della Reggiana e che qui a Reggio è un vero e proprio idolo. Poi da lì andai negli Esordienti dell’Itala San Marco”.
ESORDIO TRA I PROFESSIONISTI – “Esordii in prima squadra alla Triestina a diciassette anni, eravamo in Serie C. Da lì sono andato a fare la Primavera al Varese, dove si è aperta a tutti gli effetti la mia carriera. Ho giocato principalmente in Serie C con un po’ di Serie D, ma ora finalmente posso confrontarmi con la cadetteria e non vedo l’ora”.
LA FINALE – “E’ stata una bellissima emozione, abbiamo disputato un’ottima partita di squadra. Personalmente penso di essere partito molto bene, ma poi sono andato a calare con il passare dei minuti. Non ho giocato benissimo nel secondo tempo, infatti sono stato sostituito ma non era importante. Sono contento di come sia andata perchè abbiamo dominato la partita e meritato la Serie B”.
IL TRASFERIMENTO A REGGIO – “Due anni fa ero a Cuneo in Serie C e da lì mi ha prelevato l’ex Reggio Audace, ora Reggiana, che militava in Serie D. Alla fine dell’anno scorso mi ha acquistato il Parma che a sua volta mi ha girato in prestito al Rimini, perchè i granata non erano ancora stati ripescati. Ho fatto sei mesi lì per poi tornare a Reggio Emilia da giocatore a tutti gli effetti della Reggiana, che ha acquisito il mio cartellino”.
RICONFERMA – “Ho tre anni di contratto quindi penso di essere riconfermato. Ancora non c’è nulla di ufficiale perchè la stagione è appena terminata e nessuno ha ancora parlato di questo con la società. Dovrei ancora far parte del loro progetto visto anche come è andata la mia stagione. Non penso dovrebbero esserci problemi ma finchè non c’è l’ufficialità non posso dirlo con certezza”.
LA PIAZZA – “Qui mi sono trovato da Dio, si sta bene in città ed ho un grande rapporto con la società e con tutto l’ambiente. E’ un posto perfetto per far calcio”.
CARATTERISTICHE – “Sono una prima punta fisica ma mi piace molto svariare per tutto il campo, non sono statico. Vedendo le mie caratteristiche ed il mio modo di giocare, in passato mi hanno schierato parecchie volte da seconda punta. Gioco molto per la squadra ed anche se qui mi utilizzano solo da prima punta non ho snaturato il mio modo di giocare”.
MESSAGGIO – “Dico a tutti di credere nei propri sogni: sono partito dal basso come tantissimi ragazzi e so quanto sia difficile, i momenti negativi possono esserci ed a volte viene voglia di smettere, ma se si fa qualcosa con passione tutto, prima o poi, avrà un senso e darà i propri frutti. La vita riserva sempre delle sorprese quando meno te lo aspetti”.
DEDICA – “Il mio pensiero va alla mia famiglia che mi ha sempre sostenuto ed ai miei compagni, oltre a tutta Reggio Emilia che è stata in attesa della Serie B per tanti anni ed ora finalmente può festeggiarla insieme a noi”.
Gabriele Campa