POST QUARANTENA – “E’ stato un periodo difficile per tutti perchè quando non si può vivere normalmente il quotidiano è sempre un trauma, ancor di più per noi sportivi che siamo abituati ad allenarci ogni giorno, è stato surreale. Con attenzione e con pazienza la situazione si sta normalizzando e spero che si possa tornare alla vita di prima al più presto”.
PROBLEMI ECONOMICI – “Purtroppo il sistema calcio andrebbe rivisto perchè ci sono regole poco consone, soprattutto per quanto riguarda la nostra categoria. Siamo impegnati sei giorni su sette e parlare di dilettantismo è fuori luogo. Ovviamente con le difficoltà che sta creando quest’emergenza, anche i presidenti stanno avendo problemi ed è raro trovare, anche in Serie D, persone serie che paghino puntualmente. Probabilmente si tornerà a giocare ad ottobre quindi restare senza stipendio per tutti questi mesi è impossibile: dietro ci sono famiglie, mogli e figli. Confidiamo nell’AIC affinchè possa trovare una soluzione insieme al Governo, all’insegna del buonsenso”.
RIPARTENZA – “Secondo me, visti i protocolli, vedo improbabile la ripartenza. Si sta facendo di tutto per tornare in campo per risolvere i problemi economici e per favorire squadre come il Bari che hanno investito tanto e sperano nei playoff. Non tornando a giocare ci sarebbero una pioggia di ricorsi che la Federazione vuole evitare. Se ci sarà la possibilità di ricominciare a giocare spero che non ritardino troppo l’inizio della nuova stagione”.
BLOCCO DEFINITIVO IN SERIE D – “I verdetti può sancirli solo il campo da gioco e le polemiche sono più che legittime. Le partite che si sarebbero dovute giocare sono tante, un quarto di torneo, quindi parlando del nostro girone possiamo dire senza dubbi che il Foggia, il Cerignola ed il Sorrento si sarebbero giocate il campionato fino alle ultime giornate. Per la zona bassa della classifica, invece, abbiamo un Agropoli che, senza nulla togliere, era già praticamente retrocesso ma le altre squadre erano in lotta. Io avrei sospeso i verdetti e terminato il campionato quando ce ne sarà la possibilità”.
LA STAGIONE – “All’inizio siamo partiti con l’appoggio del pubblico che ci definiva “schiacciasassi” o “squadra ammazzacampionato” quindi poi scontrarsi con la realtà, con un inizio problematico, sicuramente ha segnato negativamente tutto il resto della stagione, distruggendoci psicologicamente. Essendo in tanti sono usciti dei chiacchiericci, che vengono alimentati soprattutto quando i risultati non arrivano. Con l’avvento di Panarelli invece siamo riusciti a reagire bene ma la batosta contro il Gravina ha fatto tornare gli spettri del passato ed il calciomercato ha dato la mazzata finale, destabilizzando lo spogliatoio. Bisogna anche dire che abbiamo raccolto meno di quanto abbiamo seminato, ci sono state partite positive sotto il punto di vista della prestazione che invece non ci hanno dato punti. Contro il Foggia siamo venuti meno dal lato caratteriale, perchè dopo un’andata del genere avremmo dovuto farci rispettare in casa nostra. Ci è mancato il fattore casalingo che in una piazza come Taranto è sempre stata l’arma in più e questo ci ha lasciato l’amaro in bocca”.
DIVISIONE SPOGLIATOIO – “Quando vivi una stagione del genere c’è poco da parlare sullo spogliatoio. Non è giusto parlare di gestione sbagliata anche perchè entrambi i mister hanno fatto il loro dovere: Ragno resta un vincente e lontano da Taranto sappiamo tutti cos’ha fatto, Panarelli da quando allena si è sempre fatto apprezzare quindi non penso sia questo il problema. Quando non vinci è difficile tenere a bada i calciatori perchè ognuno dice la sua e chi non gioca si lamenta”.
DIFFICOLTA’ – “Dopo le prime giornate avevamo trovato la quadratura. Poi purtroppo ci sono state difficoltà soprattutto difensive, io venni squalificato ed Allegrini si fece male. Con Lanzolla sempre ai box l’unico che poteva ricoprire il ruolo di centrale era Benvenga e solo successivamente arrivò Vincenzo Russo quindi anche in quel caso non fummo fortunati. Sicuramente ci si aspettava molto di più dal reparto arretrato ma così non è stato”.
L’ESPULSIONE A FOGGIA – “Nel tunnel il Foggia cercò di aggredire mister Ragno e io mi intromisi per difenderlo. L’arbitro non so cosa vide ma espulse me e l’allenatore avversario, che tra parentesi prima di quella circostanza neanche conoscevo”.
DIFFERENZE CON MANTOVA – “Ho sempre giocato al sud tranne la parentesi dell’anno scorso. Mi sono trovato bene è una realtà storica, con un passato glorioso e sono contento che siano tornati tra i professionisti. Il paragone con Taranto però non regge, questa piazza è tutta un’altra cosa”.
SOCIETA’ – “Al di là di com’è andato il campionato e di tutte le contestazioni, va dato atto che questa società ha investito tanti soldi per cercare il salto di categoria. Il calcio purtroppo è così e se non si vince le proteste sono giuste. Per quanto riguarda il futuro penso che stia cercando la soluzione migliore”.
DEBACLE CONTRO IL GRAVINA – “E’ stata la partita che ci ha tagliato le gambe e ci ha tolto tantissime energie mentali. Fino al calcio di rigore sbagliato meritavamo noi, ma anche Maradona li ha sbagliati quindi non è stato quello il problema. Loro nel primo tempo si sono portati in avanti una sola volta, trovando gol su un tap-in. Dopo l’errore dal dischetto si è spenta la luce, eravamo nervosi perchè volevamo vincere a tutti i costi. Ci siamo buttati a capofitto in attacco subendo altri due gol, da difensore ammetto di avere delle responsabilità. Quando hai contro un attaccante devastante come Santoro non puoi porgere il fianco in questo modo e siamo stati puniti”.
UNDER – “Ce ne sono tanti validissimi che dovrebbero essere riconfermati per sbocciare definitivamente: Sposito, Marino, Avantaggiato o Cuccurullo. Ferrara è un capitolo a parte, quest’anno si è consacrato ed ha dimostrato di essere pronto per categorie superiori”.
RAPPORTO CON LA STAMPA – “Per il bene del Taranto bisognerebbe trovare una soluzione per questo spaccamento all’interno della stampa, tra una testata ed un’altra prima ancora che tra la stampa e la squadra. Ci vuole unità d’intenti perchè il Taranto è dei tifosi e della città. Quando ognuno dice la sua mettendo in risalto aspetti negativi, influisce sulle prestazioni della squadra. A volte potrebbe esserci un vantaggio con un po’ più di equilibrio e senza tutta questa negatività”.
FUTURO PERSONALE – “Sarò sempre grato al presidente perchè mi ha scelto insieme all’allenatore e c’è sempre stato grande rispetto e fiducia. Dopo un’annata del genere non posso rivendicare il posto anche per l’anno prossimo perchè sarebbe pura utopia. Se come uomo ho dimostrato qualcosa e come calciatore posso essere funzionale al progetto dell’anno prossimo, ho sempre dichiarato di voler restare. Se non dovesse succedere con umiltà porterò sempre Taranto nel cuore e spero che possa tornare al più presto nel calcio che conta. Non mi sono sentito con il presidente, tra me e lui non ci sono problemi, quando mi farà sapere sul mio futuro lo ringrazierò in ogni caso. Se il nuovo allenatore vorrà riconfermarmi resterò con piacere”.
Gabriele Campa














