Il Segretario Generale Provinciale del SIULP di Taranto, Antonio Digregorio, interviene con fermezza dopo la recente operazione condotta dalla Digos jonica nell’ambito di un’azione coordinata a livello nazionale contro l’estremismo violento online.
“Ancora una volta – dichiara Digregorio – i nostri colleghi dimostrano un livello altissimo di professionalità, capacità investigativa e senso dello Stato. Ma non possiamo più fare affidamento solo sul valore e sul sacrificio individuale: servono investimenti mirati e scelte strutturate”.
Il SIULP provinciale sottolinea l’urgenza di adottare criteri chiari e funzionali per il rafforzamento degli uffici investigativi. “È inutile – prosegue – continuare a immettere personale senza una visione strategica. Servono qualifiche intermedie, come Ispettori e Sovrintendenti, che costituiscono il vero motore delle strutture operative. E bisogna selezionare con attenzione, privilegiando chi ha già esperienza nel settore o in ambiti affini”.
Una denuncia forte riguarda poi la condizione della Sezione Operativa per la Sicurezza Cibernetica di Taranto, ex Polizia Postale, anch’essa partecipe della recente operazione.
“È inaccettabile – afferma il segretario – che un ufficio strategico per la sicurezza nazionale e locale, con competenze così delicate, sia costretto a operare in locali indecorosi, insufficienti e insalubri. Da anni si parla di un trasferimento in una sede adeguata, ma tutto è fermo. I colleghi lavorano in condizioni vergognose, e il personale continua a diminuire: da sei operatori si passerà presto a cinque. Intanto, i nuovi locali restano un miraggio”.
Digregorio non risparmia critiche nemmeno nei confronti di Poste Italiane, ente presso cui la struttura è ospitata in convenzione: “Avevano preso impegni precisi, ma a oggi non si è visto alcun passo concreto. È chiaro che il tempo delle attese è finito”.
“Taranto non è una provincia di serie B – conclude il SIULP – e chi ogni giorno lavora per garantire legalità e sicurezza merita strutture adeguate, organici completi e un riconoscimento professionale concreto. Basta attese: servono risposte immediate”.