di Francesca Raguso
Max Marsili, classe ’87, cuore e bandiera del Taranto per molte stagioni, oggi in attesa di una nuova avventura da allenatore, ha ripercorso i suoi anni in riva allo Ionio, parlando del legame con la piazza, dei ricordi più intensi e del nuovo corso targato Ladisa.
«La vittoria del campionato, il ricordo più bello della mia carriera»
Marsili non ha dubbi sul momento più significativo vissuto con la maglia rossoblù:
«L’annata migliore è stata quella della vittoria del campionato. Vivendo qui, raggiungere quell’obiettivo è stata una sensazione indescrivibile. Ho vissuto anche stagioni belle, ma quella resta la più importante.»
Sui tecnici che lo hanno segnato:
«Mi hanno fatto crescere in tanti: Cazzarò, che conoscevo bene e so quanta passione mette nel suo lavoro, e Laterza, con cui sono stato benissimo. Due allenatori diversi, ma entrambi capaci di portare il Taranto alla vittoria. Con molti ex compagni ci sentiamo ancora, anche se non ci vediamo spesso.»
«Nessun rimpianto, solo la consapevolezza di aver riportato il Taranto dove meritava»
«Rimpianti non ne ho. Nel calcio è normale attraversare momenti difficili, ma la cosa importante è che noi siamo riusciti a riportare il Taranto in una categoria più idonea, quella che la piazza aspettava da tanti anni.»
Dalla fascia al fischietto: la scelta di diventare allenatore
«Allenare era una scelta che avevo già in testa. Anche da giocatore ero quasi un piccolo allenatore in campo. Poi l’infortunio al ginocchio ha accelerato tutto: proprio durante la riabilitazione è arrivata la chiamata del Manduria e ho colto l’occasione.»
Sulla sua attuale situazione:
«Quest’anno sono fermo, dopo l’esperienza al Manduria. Sto aspettando un’opportunità e spero arrivi presto qualcosa di buono.»
Lo sguardo sul presente:
«Questo Taranto sta facendo bene»
Marsili segue ancora da vicino le sorti del club:
«Penso che la società stia facendo un buon lavoro. La Serie D è un campionato complicato, con squadre attrezzate e giocatori di categoria. Il Taranto ha costruito una squadra competente, ora bisogna vedere più avanti.»
Su mister Danucci e la vetta: «Primo posto meritato, ma il difficile deve ancora arrivare»
«Non conosco Danucci personalmente, credo di averci giocato contro, ma se il Taranto lo ha scelto è perché è un buon allenatore. Essere primi è bellissimo, vivo qui e tifo Taranto. Ma la stagione è lunga: la seconda parte sarà durissima, quando si giocherà tutto in un solo girone, senza ritorno. Lì peseranno davvero i tre punti, perché tutte le squadre avranno un obiettivo: vincere, entrare nei playoff o salvarsi. Sarà un altro campionato.»