Il Consiglio comunale di Taranto ha vissuto una seduta ad alta tensione, tra accuse, proteste e un temporaneo sgombero dell’aula. Al centro del dibattito, la contestatissima Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) concessa dal Governo all’ex Ilva lo scorso luglio. La mozione presentata dal Movimento 5 Stelle, che chiedeva al sindaco Piero Bitetti di impugnare l’atto davanti al TAR, è stata respinta con 20 voti contrari e solo 4 favorevoli. Due i consiglieri a favore provenienti dalla stessa maggioranza: Luca Contrario (PD) e Antonio Lenti (Verdi).
Nonostante la bocciatura del ricorso, la maggioranza ha approvato una controproposta che impegna il sindaco ad avviare una serie di iniziative simboliche e politiche. Tra queste, l’organizzazione di una giornata di blocco cittadino per opporsi alle decisioni del Governo e chiedere la presenza della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a Taranto per un confronto pubblico sul destino dello stabilimento siderurgico e sulla relazione, sempre più conflittuale, tra la città e la fabbrica.
Durante la discussione, gli animi si sono surriscaldati. Dal pubblico sono esplose contestazioni, soprattutto quando ha preso parola il consigliere Antonio Lenti, favorevole al ricorso. Il presidente del Consiglio comunale, Gianni Liviano, dopo numerosi richiami all’ordine, ha disposto l’intervento della Polizia Locale e lo sgombero temporaneo dell’aula. La seduta è stata sospesa per oltre dieci minuti.
Una volta ristabilita la calma, il pubblico è stato riammesso e i lavori sono ripresi. Ma la frattura, politica ed emotiva, resta evidente: Taranto continua a interrogarsi sul suo futuro, divisa tra il diritto al lavoro e il diritto alla salute.