Il Tribunale Federale ha inflitto un mese di inibizione a Riccardo Di Bari, direttore sportivo del Taranto, e una multa di 200 euro alla società rossoblù. Le sanzioni arrivano a seguito delle dichiarazioni rilasciate da Di Bari lo scorso 5 settembre, giudicate “lesive della reputazione e dell’immagine del presidente del Comitato Regionale Puglia, Vito Tisci, e del Comitato stesso”.
Il provvedimento conclude l’indagine aperta dalla Procura Federale, che ha accertato la violazione del Codice di Giustizia Sportiva da parte del ds. La società, rappresentata dal presidente Domenico Ladisa, è stata sanzionata per responsabilità oggettiva. L’accordo tra le parti si è chiuso con il consenso della Procura Federale e senza osservazioni da parte del presidente federale.
Il caso Lamin Jallow
Il provvedimento trae origine dal mancato ingaggio dell’attaccante Lamin Jallow da parte del Taranto. Secondo quanto dichiarato da Di Bari, la società aveva inizialmente registrato il portiere Axel Desjardins come comunitario, pensando di avere ancora due slot liberi per extracomunitari. Dopo aver contrattualizzato Dramane Konatè e successivamente Jallow, la Lega ha rilevato che Desjardins risultava extracomunitario negli elenchi ufficiali.
Di Bari ha spiegato che, preso atto dell’errore, il Taranto aveva annullato il primo tesseramento e subito registrato Jallow, ma l’operazione è stata bloccata dall’opposizione del presidente Tisci. Il direttore sportivo ha definito la scelta “impropria e priva di logica”, sottolineando che il club non aveva ancora disputato gare ufficiali.














