Siamo stanchi di essere usati come strumento di propaganda e di vedere raccontata una realtà che non ci appartiene.
Dal 2018 viviamo sulla nostra pelle una situazione di abbandono totale, messi in cassa integrazione a zero ore da un accordo firmato allora dai sindacati, che oggi fingono di voler risolvere il problema.
Dal 30 settembre 2025, per 1.400 lavoratori, quell’accordo è scaduto.
Eppure, nessuno – né Governo, né sindacati, né azienda – ha avuto la decenza di convocare un tavolo per affrontare il nostro destino.
Ci chiediamo: dov’erano tutti in questi anni?
Perché si è arrivati a ottobre senza alcuna soluzione, senza nemmeno un confronto, senza rispetto per chi da anni è sospeso nel limbo?
Siamo stanchi delle mistificazioni, delle dichiarazioni di comodo e delle promesse vuote.
Non siamo pedine da spostare a piacimento, né vittime da compatire.
Siamo lavoratori con una dignità calpestata da chi avrebbe dovuto difenderla e non lo ha fatto.
Non accettiamo che si continui a parlare “a nome nostro” distorcendo la realtà per coprire responsabilità e silenzi.
Il nostro futuro non si gioca sulle pagine dei giornali, né sulle fantasie politiche di chi cerca visibilità.
Chiediamo una sola cosa, chiara e concreta: trasparenza e chiarezza sul nostro futuro.
Siamo pronti a rimboccarci le maniche, a lavorare, a lottare e a fare la nostra parte.
Ma pretendiamo rispetto.
Pretendiamo risposte.
E non accetteremo più di essere trattati come un problema da nascondere sotto il tappeto.
Il tempo degli alibi è finito.
Lavoratori Ilva in Amministrazione Straordinaria