di Domenico Ciquera
Il CUS Jonico Taranto ha ufficialmente annunciato la propria rinuncia alla stagione sportiva 2025/2026. Una decisione che fa rumore, ma che purtroppo non sorprende più nessuno. È solo l’ultimo episodio di un copione già visto: una realtà sportiva costretta ad alzare bandiera bianca, mentre la città osserva in silenzio.
Non si tratta di errori gestionali o di mancanza di passione. Tutt’altro. I dirigenti del CJ Basket, come tanti altri nel panorama sportivo locale, hanno messo sul piatto tutto ciò che potevano: tempo, competenze, risorse economiche personali, mossi solo dall’amore per lo sport e dalla volontà di tenere in vita un sogno che potesse regalare alla città orgoglio e senso di appartenenza.
Ma il sacrificio di pochi non può sopperire alle carenze sistemiche. Taranto ha bisogno di un tessuto imprenditoriale maturo e lungimirante, che smetta di guardare alla città come a un serbatoio da cui attingere e inizi finalmente a restituire qualcosa in termini di investimenti, sostegno, visione.
Non solo: le responsabilità vanno cercate anche nelle scelte miopi del passato. Come quelle legate ai Giochi del Mediterraneo, annunciati con enfasi ma senza una reale progettualità alle spalle. Taranto, semplicemente, non era pronta, né allora né ora. Manca una rete adeguata di impianti sportivi, mancano spazi per le società locali, manca – ancora – una casa vera per chi ogni giorno lavora per fare sport in modo serio.
In questo contesto difficile, vogliamo esprimere la nostra vicinanza e gratitudine ai dirigenti del CJ Basket. Hanno fatto tutto il possibile, e anche di più. Ci hanno fatto sognare, emozionare, sentire parte di una storia più grande.
L’augurio è quello di rivederli presto, magari già dalla prossima stagione, in un palazzetto all’altezza delle loro ambizioni e nei campionati che meritano, quelli delle massime serie del basket italiano.
Perché Taranto non può continuare a perdere. Non nello sport. Non così.














