“Il PNRR dedicato alla Giustizia rappresenta uno dei pilastri fondamentali del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. L’obiettivo è ambizioso: rendere il sistema giudiziario più efficiente, digitale e accessibile, riducendo i tempi dei processi e migliorando l’organizzazione degli uffici giudiziari. Tuttavia, a oggi, il percorso appare ancora incompiuto”.
Lo afferma in una nota stampa Carmela Tiso, portavoce nazionale di Accademia Iniziativa Comune e presidente dell’associazione Bandiera Bianca.
“Ricordiamo – prosegue Tiso – che per il comparto giustizia sono stati stanziati circa 2,9 miliardi di euro, di cui 2,2 miliardi destinati al rafforzamento del capitale umano, attraverso assunzioni, formazione e il potenziamento dell’Ufficio per il Processo, e 411 milioni per l’edilizia giudiziaria. La riforma prevede inoltre la digitalizzazione del processo civile e penale, la riduzione del 40% dei tempi nel settore civile e del 25% in quello penale entro il 2026, nonché lo smaltimento del 90% delle cause civili pendenti più vecchie”.
“Si tratta di obiettivi importanti e strategici – sottolinea – ma che, a oggi, restano in buona parte disattesi. Seppure si registrino alcuni miglioramenti, permangono criticità significative. Tra queste:
- l’instabilità normativa, dovuta alle continue modifiche dei codici processuali, che generano incertezza tra gli operatori del settore;
- i ritardi organizzativi, con riforme avviate senza un’adeguata dotazione di risorse, come nel caso del nuovo Tribunale per le persone, le famiglie e i minori;
- la precarietà del personale, con contratti spesso a termine e un capitale umano non sufficientemente valorizzato”.
“Più in generale – conclude Tiso – il nostro sistema giudiziario ha bisogno di certezze, non solo di fondi. La digitalizzazione e l’efficientamento degli uffici restano obiettivi imprescindibili, ma vanno accompagnati da una governance stabile, da investimenti strutturali sul personale e da una progettualità che vada oltre la scadenza del PNRR. Serve uno scatto politico e amministrativo per non sprecare questa storica occasione di riforma e modernizzazione”.