Il Consorzio ASI (Area di Sviluppo Industriale) di Taranto annuncia ricorso contro il procedimento di riesame dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) relativo allo stabilimento siderurgico tarantino.
Il motivo? L’esclusione del Consorzio sia dalla discussione sull’accordo di programma interistituzionale, sia dalla Conferenza dei Servizi che ha portato alla formulazione dell’AIA, nonostante i ripetuti solleciti inviati al MASE e al MISE.
L’ASI è proprietaria di asset infrastrutturali fondamentali, tra cui strade, ferrovie e soprattutto canali di scarico concessi in uso al gestore dello stabilimento. Elementi che – sottolinea il Consorzio – rendono la sua partecipazione imprescindibile nel processo decisionale.
A supporto della propria posizione, ASI richiama la sentenza del TAR Puglia – Sezione di Lecce n. 1187/2012, che aveva già riconosciuto la necessità della presenza del Consorzio nella gestione delle reti fluide, anche a tutela dell’ambiente e della pluralità di utilizzo degli impianti da parte di altre imprese insediate o in via di insediamento.
Una posizione condivisa anche dall’ARPA, che nelle proprie osservazioni ha evidenziato l’importanza di garantire la “separatezza” tra le reti ILVA e quelle di competenza ASI, come stabilito proprio dalla sentenza del TAR del luglio 2012.
“Non permetteremo che atteggiamenti prevaricanti impediscano l’esercizio del nostro ruolo istituzionale”, dichiara il Consorzio, che si dice pronto a tutelare la propria funzione di garante dello sviluppo sostenibile e innovativo del territorio, come dimostrato – sottolinea – anche dagli ultimi risultati economici positivi certificati nel bilancio consuntivo.














