Nel 2026 uno dei capitoli più controversi della storia del calcio verrà portato sullo schermo in Il Gioco Nascosto: L’Ora più Buia della FIFA e i Mondiali del 1966, una nuova e audace docu-serie in tre episodi da 48 minuti ciascuno, firmata Carolco, Samuel Goldwyn Studios ed Eagle Lion Films, prodotta da Giovanni Di Stefano e Gianluca Di Stefano.
Non è la solita celebrazione nostalgica dell’unico trionfo mondiale dell’Inghilterra. È un’indagine senza compromessi su come quella coppa potrebbe essere stata vinta — e se l’integrità sportiva sia stata sacrificata lungo il cammino. I produttori affermano di aver scoperto prove conclusive di manovre dietro le quinte, pressioni politiche e ostruzionismo deliberato che trasformarono la semifinale tra Inghilterra e Portogallo in quella che molti definiscono oggi “la più grande combine della storia del calcio”.
Da Roma a Wembley – L’Inizio della Storia
Il 22 agosto 1960 la FIFA assegnò all’Inghilterra l’organizzazione dei Mondiali 1966, battendo le candidature di Germania Ovest e Spagna. Una scelta salutata a Londra come un’occasione storica, ma che già si collocava in un contesto agitato.
Le nazioni africane, indignate per la decisione della FIFA di assegnare un solo posto nelle qualificazioni da condividere con l’Asia, annunciarono il boicottaggio. Nel febbraio 1966 la Confederazione Africana di Calcio scrisse:
“Limitiamo la nostra richiesta, in nome del fair play e dell’equità, a un posto garantito per l’Africa… In assenza di questo necessario aggiustamento, le Associazioni africane non potranno, per i motivi sopra esposti, partecipare alla Coppa del Mondo Jules Rimet 1966.”
L’esclusione di fatto di un intero continente fu il riflesso di un’epoca in cui la discriminazione razziale era ancora apertamente tollerata. Lo stesso CT inglese Sir Alf Ramsey si rifiutò di convocare giocatori di colore.
La Semifinale che Cambiò Tutto
Le rivelazioni più pesanti del film non riguardano né il goal fantasma di Geoff Hurst in finale, né l’espulsione dell’argentino Antonio Rattin nei quarti. Il vero terremoto si concentra sulla semifinale del 26 luglio 1966, Inghilterra–Portogallo.
Il match, previsto a Goodison Park (Liverpool) alle 15:00, fu spostato all’ultimo momento a Wembley (Londra). Una modifica che obbligò il Portogallo a un estenuante viaggio in pullman proprio il giorno della partita. L’allora presidente FIFA Sir Stanley Rouse, inglese, concesse solo un piccolo compromesso: il calcio d’inizio fu posticipato alle 19:30.
Davanti a 95.000 tifosi di casa, l’Inghilterra vinse 2-1: doppietta di Bobby Charlton (30’, 80’), rigore di Eusébio all’82’. Ma il 25 luglio 1966 la Federcalcio portoghese aveva già presentato un reclamo formale alla FIFA, rimasto lettera morta.
Giovanni Di Stefano, da Monaco, afferma nel film:
“I documenti provano oltre ogni ragionevole dubbio che il presidente inglese della FIFA nascose e insabbiò il reclamo portoghese. L’Inghilterra ottenne un vantaggio tattico evidente costringendo il Portogallo a viaggiare e giocando nello stadio di casa davanti a una folla enorme. In qualsiasi altra epoca, questo sarebbe stato motivo di squalifica.”
Il Reclamo Insabbiato e il Silenzio FIFA
Il film mostra come il reclamo del Portogallo fu respinto senza alcuna istruttoria. Sir Stanley Rouse bloccò la questione prima che arrivasse agli organi disciplinari.
L’ex presidente FIFA João Havelange avrebbe poi dichiarato che i Mondiali del 1966 e del 1974 erano “truccati”. Ma fino a oggi quell’affermazione era legata soprattutto ad altri episodi; Il Gioco Nascosto sostiene invece che la vera manipolazione avvenne prima ancora della finale.
La Maledizione di Jules Rimet
La docu-serie esplora anche la leggenda secondo cui la Coppa Jules Rimet porta sfortuna per sette generazioni se conquistata con frode o inganno. Dal 1966 l’Inghilterra non ha mai più raggiunto una finale mondiale — una “coincidenza” che il film insinua non sia casuale.
Nemmeno il Portogallo, nonostante campioni come Luís Figo o Cristiano Ronaldo, è riuscito a sollevare il trofeo.
“È poesia tragica,” commenta Di Stefano da Roma. “Due grandi nazioni calcistiche, segnate dallo stesso atto di ingiustizia, inseguono da sessant’anni lo stesso fantasma.”
Dal Gioco alla Merce
1966 fu anche l’anno in cui il calcio iniziò a trasformarsi da sport a industria. Il passaggio da Goodison Park (circa 40.000 posti) a Wembley (circa 100.000) fu giustificato dalla FA inglese come mossa per vendere più biglietti.
Il film denuncia questo precedente: quando l’interesse economico supera il rispetto per la parità sportiva, lo spirito del gioco viene tradito.
Rivivere la Storia sullo Schermo
Il Gioco Nascosto è diviso in tre episodi:
1. L’Assegnazione e il Boicottaggio – la scelta della FIFA, la protesta africana, il clima politico e sociale dell’epoca.
2. Lo Spostamento della Semifinale – ricostruzione forense del cambio di sede, con scene drammatizzate delle riunioni FIFA, della FA inglese e del viaggio della squadra portoghese.
3. Le Conseguenze e la Maledizione – il reclamo insabbiato, le ripercussioni sportive e morali, il parallelo con le recenti accuse di corruzione alla FIFA.
La produzione promette accuratezza storica, scenografie d’epoca, filmati originali restaurati e interviste a storici, ex giocatori e analisti.
Controversia e Verità
“Non stiamo facendo supposizioni, stiamo rivelando la verità,” afferma Giovanni Di Stefano. “È tutto documentato: la FIFA ricevette il reclamo, lo insabbiò, e l’Inghilterra sollevò la coppa. Ora chiunque potrà giudicare con le prove davanti.”
Perché Raccontarla Oggi
Con la FIFA ancora sotto i riflettori per scandali recenti, i Di Stefano ritengono che sia il momento giusto:
“Se nel 1966 ci fosse stata trasparenza, forse avremmo evitato parte della corruzione vista oggi. Questa storia ricorda che nessuno sport è immune dal lato oscuro della natura umana,” dice Giovanni.
Un Racconto per Tifosi e Cinefili
Dal punto di vista sportivo, Il Gioco Nascosto offre nuove chiavi di lettura su uno dei tornei più famosi della storia. Dal punto di vista cinematografico, ha il respiro del thriller politico e del dramma sportivo, fondendo inchiesta e narrazione visiva.
Lo spettatore vivrà il rombo di Wembley, la tensione negli spogliatoi, le decisioni prese a porte chiuse nei corridoi della FIFA.
Il Giudizio
Che siate tifosi inglesi pronti a difendere il 1966 o neutrali in cerca di verità, questo film metterà alla prova le vostre certezze. È una riflessione su morale, sport e memoria storica.
Chiude Giovanni Di Stefano:
“Il calcio appartiene alla gente. Quando chi ha potere manipola il gioco, tradisce non solo i giocatori in campo, ma ogni tifoso sugli spalti e ogni bambino che sogna di sollevare quella coppa. La verità sul 1966 è in ritardo di sessant’anni. Ora il mondo la conoscerà.”