In questi giorni di stallo per lo sport e il calcio a livello mondiale e in particolare per la serie D girone H che ci riguarda più da vicino, è intervenuto eccezionalmente ai nostri microfoni il Direttore Sportivo del Gravina Alessio Magnone che quest’anno ha allestito per il presidente Colangelo una compagine di tutto rispetto che si trova a metà classifica del girone H di serie D. Con lui abbiamo affrontato vari argomenti, dalla sospensione dei campionati al campionato del Gravina sino a giungere ad alcuni pronostici nel caso in cui si dovesse riprendere a giocare.
Stiamo vivendo una situazione particolare legata al Coronavirus, come stai vivendo e come state vivendo voi direttori sportivi questa situazione? Come si svolge il famoso smart working di cui tanto si parla per un addetto ai lavori come te?
Sia voi giornalisti che noi direttori sportivi siamo più o meno sulla stessa barca, siamo tutti addetti ai lavori. Anche prima si svolgeva il lavoro da casa ; certo questa situazione non aiuta perché io personalmente sono abituato a vedere le partite sul campo, ma con i mezzi che ci sono oggi a disposizione ci adeguiamo alla circostanza. Per me che sono abituato a lavorare anche all’estero non cambia molto.
Considerando la tua giovane età la tua è una carriera brillante sino a questo momento. Come hai iniziato?
Ho iniziato tutto con un’agenzia di intermediari e procuratori. Abbiamo gestito diverse situazioni sul mercato come il probabile acquisto di Witsel da parte del Napoli. Poi ho avuto diverse esperienze con due agenzie estere, di cui ero il loro intermediario italiano. Tuttavia mi mancava il campo e ho deciso di ripartire da zero accettando la possibilità offertami dal Gravina.
Ora è tutto fermo e si fanno diverse ipotesi su un’ipotetica ripartenza del campionato. Si è parlato dei primi di Maggio. Alcuni direttori sportivi hanno dichiarato che il campionato andrebbe chiuso qui; altri invece sono certi di essere ripescati qualora non si ripartisse più. Tu come la pensi? Cosa accadrà?
L’auspicio è che si possa riprendere al più presto, vorrebbe dire che la Pandemia è scomparsa; però bisogna essere anche oggettivi e a mio avviso credo che sarà dura riprendere il campionato. Credo che oggi si debba pensare alla battaglia che molte persone stanno giocando con la propria vita. Questa magari potrebbe essere un’occasione per chi non ha lavorato bene quest’anno di ripartire meglio il prossimo anno. Non vorrei comunque trovarmi nei panni di chi dovrà gestire questa situazione. Purtroppo nel calcio e nei dilettanti ancora di più i presidenti ci rimettono e l’Italia a livello economico subirà una forte crisi. Per molte squadre sarà dura ripartire l’anno prossimo.
A Gravina quest’anno avete svolto un ottimo lavoro. Non possiamo non ricordare la vostra prestazione nel pantano dello Iacovone con una vittoria netta nel corso della quale metteste in mostra anche individualità non da poco. Penso al portiere Loliva, all’attaccante Santoro e a centrocampista Coulybaly. Si può dire che per voi quella sia stata la svolta del campionato? Per il Taranto sicuramente lo è stato ma in negativo.
Non mi piace parlare di punti di svolta o di partenza. A mio modo di vedere le squadre devono essere costruite con un certo criterio dall’inizio, impostando la filosofia della società e poi a scendere tutti i componenti di essa. Nella nostra squadra ci sono sì delle individualità ma non so se quella sia stata una partita di svolta; noi possiamo vincere o perdere contro chiunque. Comunque ci siamo presi delle belle soddisfazioni con un lavoro di squadra anche fuori dal campo. Le componenti hanno girato tutte per il verso giusto. Abbiamo vinto col Foggia e pareggiato a Foggia giocandocela con chiunque.
É vero che il presidente Giove ha cercato in ogni modo di prendere a gennaio Santoro e Coulybaly per esempio?
Giove è una persona che capisce davvero di calcio e le individualità legate al calcio. É un estimatore di diversi calciatori del Gravina. Tutte le voci circolate in giro non tutte sono vere, assolutamente. Su un giocatore ha puntato forte ma non posso svelarlo.
Per quanto riguarda il Taranto, cosa è accaduto secondo te? Come è possibile che una squadra con fior di giocatori sulla carta abbia faticato così tanto, soprattutto in casa? Considerando che lo Iacovone è sempre stato il fortino dei rossoblù?Considerando anche poi le critiche e contestazioni che continuano tutt’ora?
Prima dell’inizio del campionato lo dissi più volte, il Taranto non lo vedevo fra i favoriti e mi prendevano per pazzo. Ma sarà stato un pronostico dal fatto che in Puglia non avevo mai lavorato. Nel Taranto vedevo un insieme di tanti grossi nomi. Il Taranto purtroppo è forse l’esempio di come non si riesca a costruire una squadra. Il problema non è quanto si spende ma come si spende. Bisogna capire chi decide di giocare con un determinato sistema, ci deve essere sintonia tra società e allenatore anche su questo. I ruoli e le competenze devono essere distinti. Un club è come un’azienda ed è lui che decide la filosofia anche di gioco. Quando si parla di mancanza di progettualità è proprio questo il punto. In serie D e in Puglia ho notato che non si conosce il reale valore dei giocatori. Quello di trasfermarket ritengo sia fuorviante ad esempio. Non è questione di far giocare i ragazzi ma di mettere le persone giuste al posto giusto.
Spesso i ragazzi dei settori giovanili, le risorse interne vengono trascurati…
L’obbligo di far giocare gli under c’è, almeno quattro. Altri quattro almeno devono stare in panchina. Non riesco a capire ancora come mai la maggior parte delle società non sfruttano il proprio settore giovanile, anche in virtù del fatto che proprio i vivai dovrebbero rappresentare un introito, se si lavora bene per le società. I settori giovanile sono un punto cardine. I giovani del proprio vivai dovrebbe essere allenato e preparato alla cessione in altre società, non all’esordio in prima squadra. Questo significa fare anche plusvalenze e valorizzarsi, promuoversi.
Chi vince il campionato se si dovesse ricominciare a giocare? Prendendo in considerazione le posizioni che vanno dal Bitonto che ha 55 punti al Cerignola che ne ha 49?
Secondi me all’inizio per criterio di costruzione della rosa da inizio anno, le più quotate erano Bitonto e Cerignola. Per quanto fatto vedere sul campo dico Cerignola. Dovrebbe recuperare sei punti però è quella che mi piaciuta di più. Sono comunque convinto che alla fine molte probabilità le ha il Foggia di vittoria finale.
Per quanto riguarda le sorprese chi ti ha colpito?
A detta di tutti il Sorrento è la squadra che ha stupito di più. Però conoscendo molto bene il loro direttore sportivo non mi stupiscono i risultati ottenuti, hanno fatto un grande lavoro. La sorpresa vera e propria è stata il Fasano che è andato fino in fondo in Coppa Italia. A Gravina ci ha aiutato la spensieratezza.
Chi si salverà invece del gruppetto di coda?
Mi spiace molto per l’Agropoli ma credo che a 14 punti sia fuori dai giochi. L’Altamura la escludo perché ha un organico superiore alle altre. Nel gruppetto delle ultime sei penso che Grumentum e Nocerina abbiano qualcosa in più e possano fare bene. Del Grumentum mi piace molto l’allenatore.
Andria e Taranto le delusioni?
Si hanno qualcosa in comune sicuramente. Molte volte, portare dei nomi ma che non rendono è deleterio. Nel Taranto penso ad esempio che Matute sia un buon giocatore ma che è abbinato male a Manzo. Con il 3-5-2 ad esempio il Taranto ha preso esterni fuori ruolo. É solo una mia opinione ovviamente. A Taranto secondo me si cerca soltanto il giocatore di nome, invece vanno osservate le caratteristiche. Io sono un estimatore di Ouattara, lo ritengo un valore assoluto e lo volevo a Gravina.
Il 5 aprile ci sarebbe stata da calendario la sfida di ritorno Gravina-Taranto. Qual’è il vostro obiettivo da qui alla fine?
É sempre stato la salvezza l’obiettivo del Gravina, poi è chiaro che se potessi decidere vorrei vincerle tutte.
Ti piacerebbe un domani venire a lavorare per il Taranto? Tra te e il presidente Giove ci sono stati contatti in tal senso?
Non posso né confermare e né smentire. Sicuramente Taranto è un sogno per chiunque, la pressione e l’adrenalina che trasmette una piazza così è un orgoglio per chiunque. Il discorso delle pressioni è relativo. Se si vuol fare questo lavoro bisogna accettarle e trasformarle in qualcosa di positivo. Se si vuole fare calcio a buoni livelli questi stimoli fanno parte del gioco, altrimenti si fa prima a fare altro in categorie più basse.
Hai avuto modo di conoscere Giove. Che idea ti sei fatto?
Mi ha dato l’impressione di essere una bravissima persona che ha fatto l’errore di essere troppo tifoso del Taranto. Ha bisogno di persone accanto che conoscano non solo l’ambiente ma sappiano anche quale sia il valore reale dei giocatori. Perchè fare un mix di grossi nomi alle volte non rende. La gente, i tifosi vanno conquistati durante l’anno sul campo, non ad inizio anno in sede di mercato.
Andrea Loiacono