di Domenico Ciquera
Massimo Olivieri, ex allenatore di Foggia, Brindisi e Agropoli, profondo conoscitore del campionato di Eccellenza, ha rilasciato ai nostri microfoni un’intervista in cui analizza la prossima stagione che potrebbe coinvolgere anche il Taranto, esprimendo chiaramente il desiderio di guidare i rossoblù in un’annata cruciale.
Eccellenza: un campionato di alto livello
“Sarà un campionato molto difficile. Bisogna prima capire se il Brindisi verrà ripescato, anche se le possibilità sono ridotte. E poi, chiaramente, vedere cosa farà il Taranto. Se entrambe verranno ammesse, si tratterebbe di un campionato di livello pari alla Serie D, come accadde prima del Covid: squadre blasonate, grande qualità tecnica, bacini d’utenza importanti e stadi di livello.”
Le favorite e le possibili sorprese
“In cima metto il Brindisi, che sta lavorando bene sul mercato, anche se trapelano pochi nomi. Credo stiano costruendo una rosa forte in silenzio. Poi c’è il Taranto, che per storia e tradizione non può non essere considerato tra le favorite. Attenzione anche al Canosa, reduce dalla delusione playoff: è una squadra da inserire nella lista delle pretendenti. E come sempre, ci sarà l’outsider che potrà sorprendere tutti. È un campionato con tre porte d’accesso alla Serie D, quindi aperto e competitivo.”
Il crollo del Taranto: colpa anche della federazione
“I segnali c’erano. Le dimissioni di Capuano erano già un campanello d’allarme. Poi, con l’andare avanti del campionato, i problemi societari sono esplosi, fino al ritiro. Questo è stato un errore grave da parte della federazione, che avrebbe dovuto vigilare meglio: così facendo ha falsato il campionato. Il Cerignola è stato penalizzato: avrebbe potuto vincere, ha disputato una stagione straordinaria.”
Come costruire il Taranto per risalire
“In Eccellenza non vince chi spende di più, ma chi costruisce un gruppo vero. Serve un mix equilibrato tra giovani affamati, che scelgano Taranto per emergere, e giocatori esperti capaci di guidarli. Se punti solo sui nomi altisonanti rischi di fallire, e la storia lo dimostra. È meglio programmare su due anni, lavorare con continuità e poi, se durante la stagione ci sono i presupposti, tentare il salto.”
Gestire la pressione: la chiave del successo
“Parlare di Taranto, Brindisi, Foggia… è già pressione. Ma è quella pressione positiva che ti obbliga a dare il massimo. L’allenatore deve saperla gestire, trasmettere serenità, ma anche consapevolezza. In piazze così, ogni dettaglio fa la differenza. È proprio lì che si cresce, che si diventa davvero allenatori e calciatori. Bisogna avere entusiasmo, lucidità e la giusta dose di sana incoscienza. A Taranto non puoi avere paura: se ce l’hai, hai già perso.”
Sul suo futuro: “Taranto sarebbe la prima scelta”
“Mi sono fermato per un anno. Avevo avuto un’offerta in Eccellenza, ma ho preferito non accettare: la situazione non era chiara. Ho approfittato per aggiornarmi, studiare. In questi mesi ho ricevuto due proposte da squadre professionistiche, nel settore giovanile, che sto valutando. Ma se arrivasse la chiamata del Taranto, la metterei al primo posto. Taranto è sempre Taranto. È una piazza affascinante, che ti coinvolge. Con il Brindisi, nel 2019, vincemmo lì per la prima volta nella storia. Sedermi su quella panchina sarebbe un grande onore.”














