Il 16° turno, come nelle previsioni della vigilia, è stato a favore del Bari. I bianco rossi di Mignani si sono sbarazzati di un Latina, deludentissimo in trasferta che nulla ha potuto contro la capolista pugliese. Il Monopoli, sul proprio campo, di rigore, ha superato una Paganese dura a morire, ma nulla poteva contro i biancoverdi di Colombo. Il Palermo, sorprendentemente, subiva il Picerno e perdeva al Curcio, distanziandosi dalla vetta. L’Avellino di Braglia vinceva il derby campano e si avvicinava alla vetta, superando in progressione la Turris a domicilio. Il Catanzaro, in difficoltà a Viterbo contro il Monterosi, strappava un punto che non evitava l’esonero di Calabro, considerato capro espiatorio del deludente cammino, finora compiuto dei giallorossi. Il Foggia, travolgente sulla Vibonese, si ripropone in zona play off, superando proprio il Taranto, alla terza sconfitta subita in trasferta, a Castellammare di Stabia, in questo mese “maledetto”. La Virtus di Taurino, dopo essere passata in svantaggio, ribaltando il risultato, a Campobasso, non è riuscita a portare a casa i tre punti ma il passo inizia ad essere, di nuovo, rallentato. La Juve Stabia, superando il Taranto, è entrata in zona play off, agganciata dal Catania che al Massimino, con sofferenza superava un Potenza tutto grinta e cuore. Nelle zone meno nobili, play out principalmente, lo scontro diretto tra Messina ed Andria ha inguaiato, ulteriormente, i siciliani che avendo perso un importante scontro diretto per la permanenza, continuano a stazionare al penultimo posto, davanti al fanalino di coda Vibonese.
BARI – LATINA: la gara tra i biancorossi di Mignani e i pontini di Di Donato, di scarsa difficoltà nel gestire l’incontro da parte dei padroni di casa, con il passare del tempo dava certezze ai baresi e ci volevano trentadue minuti perché Antenucci trafiggesse il portiere ospite. Sull’ 1 a 0, dopo l’intervallo, il Latina replicava quasi immediatamente e cinicamente, con una giocata, in cui Di Livio, per il Latina accorciava le distanze. I padroni di casa non si scomponevano e pur con la resistenza degli ospiti, immediatamente con Paponi, si riportavano in vantaggio e questo era un segnale implicito per la resa dei pontini che non riuscivano più ad essere pericolosi, anzi, ad un minuto dal termine, Marras, metteva il sigillo finale per un 3 a 1, sicuramente indiscutibile, anche se tra la fine del primo tempo e l’inizio della ripresa, un breve periodo di eccessivo rilassamento aveva portato il match in equilibrio. Post gara di moderata soddisfazione per Mignani ed i suoi ragazzi, sempre più in fuga, con il vantaggio sulle inseguitrici, allungarsi, mentre sulla sponda ospite, ancora una volta amarezza per essere costretti a ritornare a casa senza punti in carniere.
MONOPOLI – PAGANESE: i bianco verdi di Colombo, al cospetto dei campani di Grassadonia, hanno dovuto sudare le classiche sette camicie, per avere ragione di un avversario deciso, fino alla fine, di rompere la striscia negativa lontana dal Torre di Pagani. Nonostante i padroni di casa presentassero alcune assenze importanti nello scacchiere tattico, la pressione esercitata permetteva di tenere la Paganese, rintanata nella propria metà campo per quasi tutto l’incontro, proprio perché Grassadonia cercava di evitare di subire la pericolosità degli attacchi dei locali. Questo trend, durato per quasi tutto il match, veniva mantenuto fino a quando un fallo in area, commesso ai danni di un attaccante adriatico, permetteva a Mercadante di calciare, in modo impeccabile, il rigore che permetteva alla sua squadra di vincere un incontro che si stava incanalando sul pareggio e, nel recupero, saltavano i nervi agli ospiti che cumulavano due pesanti espulsioni, non tanto sulla gara, chiaramente terminata, ma per le prossime tappe in campionato. Nel post match, la grande paura di fallire il risultato, lasciava il posto alla soddisfazione per i tre punti conquistati e la speranza nel recupero di coloro che erano stati assenti in questa occasione, mentre tra gli ospiti, l’ennesima delusione raccolta, lontano dalle mura amiche, che sta facendo scivolare i campani verso le sabbie mobili dei play out.
AZ PICERNO – PALERMO: il match disputato al Curcio di Picerno, alla vigilia, serviva ad entrambe per verificare i progressi, manifestati nelle ultime settimane, e, soprattutto, consentire acquisizione di punti per rafforzare il raggiungimento dei rispettivi obbiettivi. Gara che, nelle previsioni, dava una leggera preferenza agli ospiti, più tecnici e qualitativi, rispetto ai padroni id casa, ma i melandrini del neo tecnico Colucci (all’esordio, tra le mura amiche) erano vogliosi, di fronte al proprio pubblico, di sciorinare un gioco tanto valido, quanto redditizio in ottica risultato. In effetti, prima della mezz’ora, una rete di Reginaldo, spezzava l’equilibrio del match, vissuto fino a quel momento, poi, gli ospiti, cercavano di essere pericolosi, ma i lucani amministravano abbastanza bene l’inerzia dell’incontro e, al termine, locali soddisfatti per il risultato ed il bel balzo in avanti, in classifica, mentre la delusione tra i rosanero era molto palpabile e si ponevano gli interrogativi usuali, in queste situazioni, alla ricerca della motivazioni che hanno tarpato, momentaneamente, le ambizioni della formazione siciliana, sicuramente pronta a ripartire, già dal prossimo turno casalingo, big match della giornata, quando affronteranno il Monopoli.
TURRIS – AVELLINO: il derby campano della 16^ giornata, vedeva l’Avellino recarsi al Liguori di Torre del Greco, per affrontare la formazione di Caneo, in un periodo buono per i padroni di casa e alla ricerca, per la formazione irpina, di indicazioni confortanti, lontani dal Partenio, visto anche il cammino rallentato in trasferta. Match molto tattico, quello visto, sul terreno di gioco dei corallini, ma che mostrava, almeno inizialmente, qualche pausa della linea difensiva ospite che dopo il quarto d’ora, veniva superata e consentiva a Tascone di realizzare la rete del vantaggio. Neanche il tempo per esultare da parte dei padroni casa e si aveva la risposta ospite con la rete di Sonny D’Angelo e, sull’onda dell’entusiasmo ritrovato, ad un quarto d’ora dalla fine del tempo, l’Avellino ribaltava l’esito della gara, con una nuova rete, realizzata da Di Gaudio. Nella ripresa si aveva il copione previsto, con i corallini protesi al recupero del risultato e gli irpini, coperti, cercavano il gioco di rimessa e questo trend portava le due formazioni, al termine della gara, ad una sconfitta cocente dei napoletani e ad un successo, importante, per gli irpini, utile a scalare ulteriori posizioni, nella griglia play off.
MONTEROSI TUSCIA – CATANZARO: la gara al Rocchi di Viterbo avrebbe dovuto servire, ai calabresi, per ripartire e, soprattutto, accorciare rispetto alle concorrenti, posizionate davanti a loro, pertanto l’occasione, proposta dal calendario, era ghiotta. I ragazzi di Menichini, che stanno costruendo il sogno permanenza in serie C proprio sul “terreno amico” del Rocchi, impostavano la solita gara tutto cuore, grinta ed opportunismo, da sempre loro biglietto da visita nei match interni, ed infatti dopo appena due minuti, Buglio, sbloccava la partita e la rendeva in salita per i calabresi. La formazione di Calabro, presa dalla frenesia del recupero del risultato, timorosa di subire altre marcature, col significato di affondare, non si rendevano pericolosi tanto da preoccupare i padroni di casa e ci voleva circa un’ora e dieci minuti perché, un’ingenuità della difesa locale, consentisse al Catanzaro di andare al calcio di rigore che Carlini trasformava, riportando le squadre in parità. Il timore di non portare a casa almeno un punto, bloccava psicologicamente i calabresi ed il Monterosi si accontentava del punto, utile a muovere la classifica, pertanto l’incontro finiva in parità, con un post gara con diversi stati d’animo. Tranquillità dei locali e moderata soddisfazione per il punto conquistato, mentre sulla sponda calabrese, questo risultato portava la società a delle profonde riflessioni che portavano all’esonero di Calabro, vista la non realizzazione della sua progettualità che avrebbe dovuto prevedere lo svolgimento di un campionato diverso, nei risultati, da quello finora disputato dai giallorossi.
FOGGIA – VIBONESE: gara che, già alla vigilia, pendeva nettamente a favore dei foggiani, si è praticamente consumata nella prima frazione di gioco. In poco più di quaranta minuti, i rossoneri, con Tuzzo, Nicoletti, Ferrante e Curcio, chiudevano, blindando il risultato, la pratica Vibonese, ma un leggero calo di attenzione, associata alla reazione ospite d’inizio ripresa, consentiva ai vibonesi, con Bellini e Golfo, su rigore, di accorciare le distanze. Sforzo pagato caro, tanto che i rossoneri, controllavano il match ed arrotondavano il punteggio, ad un paio di minuti dal 90°, con un calcio di rigore trasformato da Curcio, per il 5 a 2 finale, da un lato pesante dagli ospiti, dall’altro però ampiamente meritato per Zeman e i suoi ragazzi, sinonimo di periodo di forma eccezionale, pur con tante indisponibilità collezionate. D’Agostino chiaramente intravede il baratro, sia dell’esonero che, per la squadra, del ritorno degli inferi della serie D, da evitare, iniziando a fare punti tanto in casa che fuori, soprattutto cercando vittorie che accorcerebbero le distanze dalla zona play out.
CAMPOBASSO – VIRTUS FRANCAVILLA: la gara al Nuovo Romagnoli, alla vigilia, era prevista complicata, visto il cammino casalingo dei molisani. Solo pochi giri di lancetta bastavano, ai padroni di casa, per sbloccare il risultato con Persia, abile a perforare la difesa ospite. La replica dei ragazzi di Taurino, non si faceva attendere ed era dirompente. Dopo una fase in progressione, poco prima della mezz’ora, Maiorino e Caporale, ribaltavano il risultato, ma i bianco azzurri non trovavano, nella ripresa, il colpo del k.o. I molisani, nella ripresa, impostavano un gioco aggressivo che metteva in difficoltà gli ospiti e dopo il quarto d’ora trovavano con Tenkorang il goal del 2 a 2 , risultato che sarà confermato a termine gara. Taurino, nel dopo partita, era, da un lato soddisfatto per aver portato a casa un risultato favorevole, dispiaciuto per aver avuto la possibilità di prendere la posta piena, occasione sfumata per una disattenzione difensiva che aveva vanificato il sorpasso compiuto sui molisani. Cudini, se si mostrava comunque soddisfatto per il risultato, aveva motivi di delusione per aver subito due goal, evitabilissimi, che gli avevano sottratto, probabilmente, due punti.
JUVE STABIA – TARANTO: la gara al Menti di Castellammare. rappresentava per il Taranto la possibile svolta, lontano dallo Iacovone, sia pure con una formazione ancora priva di tanti elementi che avrebbero potuto far disputare un campionato diverso da quello in corso. L’atteggiamento tattico, dovuto per far fronte all’emergenza, ovvero il 4 – 3 – 3, inizialmente sembrava potesse portare i frutti sperati, ma un ingenuo fallo difensivo, ai limiti dell’area ionica, portava Bentivegna a calciare una punizione diretta, di precisione, che si infilava alla destra dell’incolpevole ed impotente Chiorra. Sull’1 a 0, ionici tentavano di giocare, ma , a parte un paio di parate, il risultato riamneva immutato, poi, su una sgroppata sulla fascia sinistra dei locali, il cross, al libero Stoppa, in girata, permetteva al calciatore giallo blu di piazzare la palla del 2 a 0, risultato su cui si andava nella ripresa. Dopo quattro minuti, Giovinco con una deviazione, angolata di testa, realizzava la rete dell’1 a 2 e si sperava in un possibile rimonta, invece, dopo neanche sessanta secondi, ancora una stilettata nel cuore dell’area, in girata, consentiva a Stoppa, under di prospettiva, di realizzare il 3 a 1. Nonostante la gran mole di gioco, —-grazie agli innesti di Santarpia, Mastromonaco e Versienti, gli ionici non riuscivano a sfondare e, a quattro minuti dal termine, Giovinco, su rigore per un fallo di braccio di un difensore, fissava il punteggio sul 2 a 3, troppo tardi però per recuperare. Post gara di soddisfazione per i campani e l’allenatore in seconda Niccolai, mentre amarezza per un possibile risultato favorevole sfumato per una certa permeabilità del difesa, apparsa vulnerabile di fronte agli attacchi avversari. Ora testa per Laterza ed i suoi ragazzi al match interno, ospite il Messina, di domenica prossima per riprendere il feeling con la vittoria.
CATANIA – POTENZA: al Massimino di Catania, si disputava un match, i cui le due formazioni, con obbiettivi opposti per la stagione in corso, con gli etnei protesi verso le posizioni di vertice (ed un occhio alla giustizia sportiva per conoscere l’entità della penalizzazione in arrivo), mentre il Potenza di Trocini, molto propositivo e pericoloso nel primo tempo, era costretto a capitolare nei minuti di recupero, prima dell’intervallo, con il solito calcio di rigore affidato alla freddezza e precisione di Moro. In vantaggio per 1 a 0, nella ripresa, i siciliani cercavano di piazzare il colpo del k.o. che giungeva, prima del quarto d’ora, ancora una volta con l’ispirato Moro. A questo punto, i lucani, tentavano di dimezzare lo svantaggio e riaprire il match cosa che avveniva, poco prima della mezz’ora, quando Ricci sorprendeva la difesa etnea e siglava l’ 1 a 2. I padroni di casa serravano le fila e rendevano innocui i tentativi ospiti di creare qualche difficoltà, amministrando il punteggio fino al termine e portando a casa altri tre punti d’oro per la classica e utili per raggiungere l’ 11^ piazza stagionale. I potentini rientravano in Basilicata, con tanti rammarichi e qualche certezza, in più, per essere ancora una volta in linea con la lotta alla zona play e conquista della permanenza in serie C.
ACR MESSINA – FIDELIS ANDRIA: una gara quella al San Filippo, dove i padroni di casa si giocavano grossa parte della credibilità nella riuscita della programmata salvezza e permanenza in terza serie, la scorsa estate. In effetti, il match, molto sentito dai due entourage, si sbloccava subito dopo centosessanta secondi, quando Catania, perforava la difesa pugliese e batteva imparabilmente il portiere dei federiciani. Entusiasmo alle stelle del pubblico peloritano e convinzione per Capuano ed i suoi ragazzi di poter portare a casa un risultato, come detto, importante nell’ottica de campionato, ma Ginestra con una serie di indicazioni, trasmetteva ai suoi ragazzi la spinta per tentare di recuperare il risultato, cosa che avveniva immediatamente prima del quarto d’ora quando Di Piazza, trovava l’imbucata giusta per siglare la rete del pareggio. Dopo un altro quarto d’ora, sulla spinta dell’entusiasmo e dell’autostima ritrovata, l’Andria ribaltava il risultato ed andava in vantaggio. Un fallo in area peloritana portava al rigore che Bubas realizzava, battendo imparabilmente il portiere messinese. Sul 2 a 1 per gli ospiti, nella ripresa il Messina cercava di pareggiare, evento che accadeva dopo il ventesimo, quando Adorante, l’idolo della tifoseria giallorossa, trovava il sospirato ed agognato pareggio con una rete di furbizia. A questo punto il Messina, sempre attento a non scoprirsi eccessivamente (il punto sarebbe andato anche bene), commetteva l’errore di lasciar giocare gli avversari che, a sette minuti dal novantesimo, erano letali nel trovare il goal con Alberti, rete che era il colpo finale per la sconfitta di Capuano e i suoi ragazzi, mentre portava, quasi in Paradiso, l’Andria di Ginestra, allontanandola dalla vicinanza all’ultimo posto in classifica. Il silenzio stampa, imposto dal club messinese, era l’indice dello stato di apprensione e delusione dei messinesi (ora anche contestati dall’ambiente sportivo della Città sullo Stretto), mentre ospiti altamente soddisfatti per l’esito che apre prospettive concrete di ottenere la permanenza.
Fabrizio Di Leo