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Serie C/C, il Taranto vince contro il Monopoli con il “bomber” Antonini

Foto Franco Capriglione

Serie C/C, il Taranto vince contro il Monopoli con il “bomber” Antonini

A Benevento il risultato meno inaspettato, ovvero la sconfitta, sia pure di misura dei sanniti, al cospetto di un Avellino, concreto e meno fumoso, rispetto alle uscite precedenti

di Fabrizio Di Leo

Turno interlocutorio, il 17°, per la classifica del girone C. La Juve Stabia, capolista finora, abbastanza meritatamente, non passava a Crotone, ma evitava, nel contempo una sconfitta che avrebbe accorciato il vantaggio sull’immediata inseguitrice Picerno. I melandrini di Longo, proprio al Curcio, non riuscivano a perforare il bunker difensivo della Casertana e rimaneva all’asciutto, in fatto di goal, dovendosi accontentare di un pareggio a reti bianche che lasciava immutato il distacco sulla capolista Juve Stabia. A Benevento, si aveva il risultato meno inaspettato, ovvero la sconfitta, sia pure di misura dei sanniti, al cospetto di un Avellino, concreto e meno fumoso, rispetto alle uscite precedenti. Alle spalle del quartetto di vertice, piombava in 5^ posizione, il Taranto di Capuano, abile nel trovare un goal con il goleador Antonini, per un risultato che in effetti non rendeva compitamente, la le di gioco e occasione prodotte dagli ionici, rispetto al Monopoli, giunto in riva allo Jonio, per affrontare i rossoblù, con l’idea di portare a casa almeno un pareggio. Ennesima dimostrazione di Capuano, non solo di preparare, da vero stratega, il match, ma ancora una volta, la sua intellegibile capacità di leggere le dinamiche e prevedere quale lo svolgimento del match, tutte caratteristiche e qualità che lo stanno facendo apprezzare sempre più dall’opinione pubblica ionica, estasiata da quello che il mister, definisce un vero e proprio miracolo calcistico. Intanto il Latina, si faceva bloccare a Tore del Greco da una Turris, sempre più assetata dalla ricerca di punti che possa far uscire la formazione corallina dalla infida palude dei play out. Il Giugliano, intanto, continuava la sua scalata verso le posizioni id vertice ed approfittava dell’occasione offerta dal calendario, sfruttando il match con il derelitto Monterosi Tuscia per conquistare tre punti fondamentali nella corsa play off. Cerignola, Catania e Foggia, hanno affrontato una giornata terribile, in quanto ilo Cerignola, in doppio vantaggio a Francavilla veniva rimontato dal 2 a 0, poi passava in svantaggio, per pareggiare agli ultimi secondi del 6° minuto, grazie ad un rigore di Malcore. Un inconsistente Catania, perdeva l’atteso derby con il Messina, rivale storico degli etnei. Lo scontro dell’anno, perso con i primi “nemici” calcistici storici ha ulteriormente avvelenato il rapporto tra l’ambiente rosso azzurro e la società, staff tecnico compreso, facendo avanzare il malumore, il pessimismo, la disaffezione della tifoseria catanese ,e i confronti della squadra di Lucarelli, con qualche rimpianto per il suo predecessore (esonerato) Tabbiani. Il Messina di Modica, intanto, gongolava per i tre punti conquistati, utili come il pane per allontanarsi definitivamente dal rischio ultima posizione ma anche per la scalata in classifica che li vedeva in quart’ultima posizione. Un Foggia, altamente depresso, in uno Zaccheria vuoto, la prima di due gare casalinghe a porte chiuse, non riusciva a superare un Potenza, bravo a serrare la linea difensiva e proteggere il proprio portiere capace di neutralizzare il calcio di rigore, battuto da peralta, spartiacque tra l’atteggiamento prima del penalty e quello nella prosecuzione del match che non ha cerato enormi difficoltà ai lucani. Il Sorrento di Maiuri, nello match contro il Brindisi cadeva, sul campo amico (il Viviani di Potenza), con il classico punteggio all’inglese (0 a 2) , interrompendo la consistente striscia negativa dei pugliesi che si allontanavano, ulteriormente, dal fondo della classifica, ma sempre a distanza considerevole dalla zona franca della graduatoria.

CROTONE – JUVE STABIA: le fasi di studio tra le due formazioni duravano appena otto giri di lancette, l’arbitro Roberto Lovison di Padova assegnava un calcio di rigore alle vespe per fallo di mano di Loiacono, che intercettava un tiro di Mignanelli. Dal dischetto si presentava Candellone che spiazzava D’Alterio e stappava la sfida. Al 17’ Erradi pennellava dalla corsia, Buglio svettava e l’estremo difensore di casa era chiamato ad intervenire. Sul ribaltamento di fronte, al 20’, Tribuzzi si sovrapponeva e calciava, la difesa respingeva. Alla mezz’ora arrivava l’1-1: sugli sviluppi di una punizione di Giron, Tumminello colpiva di testa e infilava alle spalle di Thiam. Nell’azione che precedeva la palla inattiva però c’era un tocco di mano di Gomez non segnalato dal direttore di gara, non mancavano le proteste gialloblù. Il gol galvanizzava il Crotone che sfiorava il raddoppio con Leo, la giocata da distanza ravvicinata trovava il salvataggio di Bellich. Polemiche rossoblù invece nel recupero per una rete annullata a Tribuzzi. La ripresa si apriva con un tiro-cross insidioso di Tumminello al 58’. Passavano pochi secondi e l’autore del gol locale ci prova va su suggerimento di Gomez: il numero 93 mandava alto. Al 65’ altra chance per Tumminello, questa volta molto più importante: il centravanti, servito da Petriccione, sciupava davanti a Thiam. La gara restava equilibrata, ma in termini di occasioni c’era da segnalare solo il tentativo di Gomez al 96’. La Juve Stabia chiudeva il match dello Scida in dieci per l’espulsione di Meli.

AZ PICERNO – CASERTANA: il reciproco rispetto induceva le due formazioni a ritmi blandi in apertura, ma era il Picerno a prendere possesso del gioco. Longo sorprendeva la Casertana mandando sin da subito Santarcangelo sulle tracce di Proietti e spegnendo la luce del gioco ospite. La Casertana sembrava non riuscire a trovare il bandolo della matassa e restava quasi sempre rintanata nella propria metà campo incapace di sviluppare una manovra organica. Il maggior possesso dei locali li portava ad arginare faticosamente gli assalti che arrivavano specialmente sulla fascia destra, dove per due volte Novella veniva fermato con maniere energiche fino a dover abbandonare la contesa poco dopo il decimo minuto. Al 20’ il primo vero squillo arrivava dal corner di Esposito che trovava la testa di Gilli la cui conclusione finiva a lato. Poco dopo Santarcangelo cominciava il suo show: oltre a rendere innocuo Proietti il centrocampista di Longo procurava tre pericoli a Venturi: si partiva al 22’ quando su perfetto assist di Pagliai il suo violento tiro impegnava Venturi nella respinta. Poi su punizione la sua conclusione si perdeva sul fondo ed infine in pieno recupero vedeva la sua conclusione deviata in angolo. E la Casertana? Praticamente nullo il suo primo tempo. Quasi sicuramente l’impegno ravvicinato rispetto all’ultimo turno di campionato aveva sottratto energie fisiche e mentali ai falchetti che avevano anche l’attenuante di non aver potuto preparare al meglio la partita. La ripresa cominciava senza ulteriori cambi ma c’era subito una brutta notizia per la Casertana: Sciacca veniva ammonito dal signor Turrini e stante la sua condizione di diffidato, era costretto a saltare il derby col Giugliano, previsto alla prossima. Il Picerno sembrava aver perso la verve che aveva caratterizzato il suo primo tempo e la Casertana, pur continuando a non essere brillante riusciva a gestire con maggiore tranquillità la situazione. Di azioni da gol se ne contavano per conseguenza ancora di meno e la partita si trascinava con lunghi fraseggi a centrocampo con le due squadre incapaci di portare pericoli agli avversari. Cangelosi cercava di scuotere i suoi, magari cambiando anche modulo inserendo Taurino al posto di Paglino, ma la musica non cambiava. Prova qualcosa anche Longo che mandava nella mischia Pitarresi e Maiorino con quest’ultimo che a freddo impegnava Venturi con una punizione dalla distanza. La Casertana solo intorno a dieci minuti dal termine riusciva a produrre un’azione di quelle che piacevano a Cangelosi, col tiro finale di Curcio neutralizzato dall’uscita alta di Merelli, Subito dopo si accendeva una furiosa mischia nella fascia centrale del campo nei pressi delle due panchine; particolarmente agitati De Cristofaro e Montalto che finivano nella lista dei cattivi guadagnando il cartellino giallo. Quando stavano per iniziare i 5’ di recupero decretati dall’arbitro, Montalto veniva affrontato in piena area da Allegretto, ma il direttore di gara ordinava di proseguire l’azione. Finiva a reti bianche un match non eccezionale e dal quale ci si poteva attendere di più, ma le condizioni fisiche dei falchetti non autorizzavano a chiedere di più ad una squadra che comunque manteneva la sua imbattibilità su un campo insidioso e che riduceva di una lunghezza la distanza dalla vetta della classifica.

BENEVENTO – AVELLINO: Michele Pazienza promuoveva D’Angelo e Tito nella formazione titolare, mandandoli in campo dal primo minuto. In difesa, Mulè lasciava il campo, mentre Cancellotti arretrava la sua posizione, con Ricciardi schierato sull’out destro. In attacco, Gori collaborava con Patierno per creare sinergia e pericolosità. Al 4′, cross preciso proveniente dalla fascia destra, e Ferrante si faceva trovare pronto al centro dell’area avversaria. Il suo colpo di testa terminava alto. All’11’, calcio di punizione dei padroni di casa sul secondo palo, Ghidotti non riusciva a respingere efficacemente il pallone. Era El Kaouakibi a calciare, e la sfera, nonostante il tentativo del portiere di deviarla, veniva respinta quasi sulla linea di porta da Cionek. Al 22′, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, Tello si inseriva prontamente nella mischia e cercava subito la conclusione, palla fuori. Al 31′, palla goal per l’Avellino: combinazione Gori-Ricciardi e tentativo di quest’ultimo: palla deviata in corner di un soffio. Al 32′, dopo un presunto fallo di mano in area di rigore giallorossa, si scatenava un’ondata di proteste da parte dei giocatori biancoverdi. Ritenevano che vi fosse stata un’infrazione e chiedevano l’intervento dell’arbitro. Tuttavia, Arena, con fermezza, riteneva che la situazione fosse regolare e non concedeva il calcio di rigore. Il match si sbloccava al 41′: Gori saltava un avversario e metteva dentro per Patierno che, con un movimento acrobatico, girava in rete il goal del vantaggio biancoverde. Il primo tempo si chiudeva con il vantaggio dell’Avellino firmato da Patierno. Probabilmente, ai punti, i padroni di casa avrebbero meritato qualcosa in più ma, senza dubbio, la squadra di Pazienza non aveva rubato nulla. Al termine della prima frazione, tra Benevento e Avellino era 0-1. La prima azione della ripresa arrivava al 50′: il Benevento si rendeva pericoloso con un’azione incerta nell’area avversaria, culminata con un tiro centrale da parte di Marotta, prontamente bloccato da Ghidotti. Al 69′, tacco di Ferrante e Palmiero riusciva a salvare sulla linea con un intervento fulmineo. Successivamente, Ghidotti respingeva il potente tiro di Talia, deviando la palla in angolo e salvando la porta. Passavano sessanta secondi e, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, Berra mirava con precisione e colpiva il palo alla sinistra di Ghidotti. All’89’, vibranti proteste del Benevento per un presunto tocco di mano di Cancellotti, che non commetteva fallo. Clamoroso salvataggio sulla linea di Cionek al 95′. Un miracolo che valeva più di un goal. Giusta la decisione di Arena lasciava continuare il gioco. Il risultato non cambiava più fino al triplice fischio finale. Alla fine era il goal di Patierno a decidere il derby del “Vigorito”. Con cuore e testa la squadra di Pazienza portava a casa questi preziosissimi tre punti.

TARANTO MONOPOLI: gara intelligente e soprattutto di sostanza per i ragazzi di Capuano. Il Taranto iniziava la partita con il pressing molto alto. Dopo neanche due minuti prima occasione per il Taranto; dalla destra scambio tra Kanouté e Panico, quest’ultimo poi tentava il tiro ma il pallone andava a finire sull’esterno della rete. Al 23′ cambio obbligato per mister Tomei, fuori Fornasier dentro Cargnelutti. Tanto pressing da parte del Taranto, si lottava su ogni zona del campo ma le occasioni tardano ad arrivare. Al 37’ Cianci, dopo una punizione battuta da Ferrara, si girava in area di rigore ma non centrava la porta. Al 41′ vantaggio rossoblù: punizione dalla destra battuta da Ferrara arrivava l’incoronata del solito Antonini che batteva Perina. Per l’ex Ravenna era il quarto gol in campionato. Il signor Mastrodomenico assegnava 2′ minuti di recupero. Finiva così il primo tempo regolamentare. Secondo tempo che iniziava con gli ospiti che facevano girare di più il pallone. Gara molto spezzettata, piena di falli tattici. Al 61′ ci provava Kanouté dalla destra, entrava in area di rigore ma il pallone finiva sull’esterno della rete.
Al 68′ cambio obbligato anche per il Taranto, fuori De Santis dentro Enrici. Al 75′ dopo un calcio d’angolo battuto dal Taranto dalla destra, dopo varie sponde il pallone andava sui piedi di Ferrara che cercava un eurogol ma il pallone finiva di poco alto sopra la traversa. Il Monopoli provava a trovare la via del pareggio ma risulta in difficoltà negli ultimi metri. Il signor Mastrodomenico concedeva 6′ minuti di recupero. Finiva anche il secondo tempo regolamentare con il Taranto che tornava a vincere in casa e ritornava a fare un “clean sheet”.

TURRIS – LATINA: la sfida iniziava con una Turris molto propositiva, al 4’ ci provava Giannone che scaldava i guantoni a Cardinali. Al 15’ ci provava invece Nocerino ma la palla veniva deviata in corner da un difensore. Al 26’ la doccia fredda per i corallini, Riccardi raccoglieva dal limite e di destro bucava Fasolino per lo 0-1. Partita che diventava più nervosa con il Latina che subiva due cartellini gialli nel giro di due minuti con Pereseu e Paganini. Al 45’ occasionissima per Burgio che su cross di Maestrelli calciava al volo di sinistro ma Cardinali compiva un miracolo e metteva in angolo. Negli ultimi minuti succedeva di tutto, prima Franco sfiorava il gol e poi in contropiede l’ex Ercolano saltava tutti ma si faceva ipnotizzare da Fasolino. La ripresa si apriva con il pareggio corallino al 50’ con De Felice che lanciato da Giannone non sbagliava a tu per tu con Cardinali e siglava l’1-1. Caneo lanciava anche Maniero nella mischia e toglieva Nocerino al 56’. La Turris alzava il baricentro ma non riusciva a creare pericoli e Caneo mandava in campo anche Rizzo e Pavone per Cum e Giannone. Nel finale dentro anche Guida e Pugliese. Nel finale il Latina aveva l’occasione per vincerla con Jallow che però non approfittava dell’ennesimo errore di Fasolino. Nel recupero occasione per Rizzo che però sparava alto dal limite dell’area.

GIUGLIANO – MONTEROSI TUSCIA: la squadra di Valerio Bertotto, reduce dalla vittoria sul campo del Monopoli, piegava anche il fanalino di coda Monterosi e consolidava la posizione in zona playoff. La prima occasione della partita era di Bittante con una conclusione che si stampava sul legno al 9’. I tigrotti provavano a reagire, ma non riuscivano a creare problemi al reparto arretrato ospite nelle fasi iniziali dell’incontro. Al 24’ brivido per i gialloblù con un tentativo di Fantacci dall’interno dell’area, la retroguardia era attenta e respingeva. Tre giri di lancette dopo ci provava Salvemini con il mancino, il suo tiro era preda di Mastrantonio cheva blocca in due tempi. Alla mezz’ora Berman staccava di testa sugli sviluppi di un calcio d’angolo, l’incornata del difensore era alta. Al 34’ Sorrentino ci provava in tuffo, nessun problema per il portiere ospite; l’azione si ribaltava e Altobelli cercava l’iniziativa personale ma senza successo. Doppia chance per il Monterosi nel finale di primo tempo con Parlati e Costantino, in pieno recupero però il Giugliano affondava il colpo. Dopo un destro velenoso di Giorgione, Salvemini si faceva trovare pronto sul corner seguente e batteva Mastrantonio con una deviazione vincente. In avvio di ripresa, i ragazzi di Bertotto andavano a caccia della seconda marcatura mentre la compagine di Taurino cercava il guizzo per il pareggio. Al 55’ Frediani si avventava sul pallone per la conclusione, la traiettoria era da dimenticare. Sul capovolgimento di fronte c’è il raddoppio campano, ancora con Salvemini: al 56’ il numero 10 riceve la sfera da Ciuferri e con il destro insacca. Gli avversari non ci stanno e accorciano subito, Costantino approfittava di una disattenzione della difesa e riapriva la contesa. Le speranze del Monterosi venivano spente da Giorgione che al 61’ segnava direttamente da angolo: 3-1 per il Giugliano. Poco altro nel finale, con gli ospiti che cercavano di impensierire Russo con Palazzino e Silipo. Al triplice fischio i tigrotti festeggiavano al De Cristofaro e mettevano nel mirino già alla prossima sfida, in trasferta contro la Casertana.

VIRTUS FRANCAVILLA – AUDACE CERIGNOLA: avvio di gara intenso, con la Virtus pronta a pressare in avanti l’avversario e a verticalizzare. Al 6′ De Marino sfiorava la traversa colpendo al volo, su un’azione corale sviluppata nell’area di rigore; la replica degli ospiti arrivava a seguito di un corner, dove Bianco da fuori area provava il tiro non trovando lo specchio della porta. I padroni di casa partivano meglio, riuscendo a trovare sbocchi sulle corsie esterne, anche grazie alla posizione defilata di Macca, ad agire come un attaccante esterno e a quella di De Marino che da braccetto difensivo spingeva molto in avanti. Al 16′ la prima vera occasione della sfida era dell’Audace Cerignola: Malcore, su una acrobazia, costringeva Forte ad un vero e proprio miracolo. La Virtus provava a controllare la gara, puntando sulla densità della mediana, lì dove l’Audace appariva in difficoltà, tanto che ha più volte utilizzava i palloni lunghi. Ma al 28′ giungeva l’episodio che dava una scossa alla partita: in piena area di rigore biancazzurra l’arbitro ravvisava un tocco di mano di un calciatore di casa assegnando un calcio di rigore, trasformato con freddezza da Malcore. Aver sbloccato la gara dava sicurezza agli ofantini, abili nel triangolare con le ali, piazzate molto larghe nell’ultimo quarto di campo. Poco dopo la formazione guidata da Ivan Tisci trovava il raddoppio con Ruggiero, che non ci pensava due volte a ribadire in rete una respinta del portiere Forte. La Virtus non si dava per vinta e continuava a spingere, guadagnando a sua volta un rigore per fallo su Biondi: sul dischetto si presentava Polidori, che spiazzava Krapikas per accorciare le distanze. La Virtus partiva subito forte, tenendo il baricentro alto. Dopo pochissimi minuti Polidori si inseriva in area e lasciava partire un sinistro di prima terminato fuori. L’Audace Cerignola rimaneva schiacciato nella propria metà campo, mentre i padroni di casa palleggiavano alla ricerca del pareggio. Pareggio che arrivava al 54′: dopo un cross dalla sinistra Polidori provava ad addomesticare il pallone, terminato poi sui piedi di Giovinco che di piatto batteva Krapikas. L’atteggiamento proattivo e bellicoso della Virtus era premiato al 59′, quando Coccia toccava con il braccio la sfera in area: ancora Polidori, dagli undici metri, catechizzava Krapikas per la doppietta personale e il sorpasso che faceva esplodere la Nuovarredo Arena. Dopo l’ingresso di Fornito per Giovinco la Virtus Francavilla passava ad un 3-5-2 più coperto, nel quale Macca agiva da seconda punta a supporto di Polidori: tuttavia i padroni di casa non rinunciavano a spingere in avanti. Proprio Macca imbeccavano Biondi per un tiro da fuori area, respinto da Krapikas, che poco dopo si doveva immolare per impedire il 4-2 a Polidori da due passi. Ad andare vicino alla marcatura successivamente era Fornito con un sinistro al volo spentosi sul fondo. Nel finale Risolo commetteva un intervento fuori tempo su Russo vedendosi sventolare il secondo giallo e quindi venendo espulso. L’Audace Cerignola aveva quindi intrapreso un forcing con 4-2-4 a trazione anteriore: Forte compiva un altro miracolo su Malcore, che poteva essere il preludio alla fine della gara. Ma al 97′ Monteagudo respingeva con un braccio un tiro avversario, sbattuto sulla traversa: l’arbitro espelleva il difensore e assegnava un rigore all’Audace Cerignola, trasformato da Malcore per il 3-3 finale.

ACR MESSINA – CATANIA: lunga fase di studio tra le due squadre che non volevano scoprirsi troppo per non rischiare di subire la ripartenza avversaria. Catania impacciato, poco dinamico e che lasciava giocare il Messina. Da segnalare un Livieri non sicurissimo in alcune circostanze, nell’uscita a chiudere le azioni avversarie. Sul fronte d’attacco invece Marsura sprecava una buona azione calciando di sinistro dove invece avrebbe potuto sistemare il pallone sul destro e concludere più comodamente verso la porta dei peloritani. Ma le vere grandi occasioni del primo tempo arrivavano nel finale di frazione. Al 42′ infatti Messina vicinissimo al goal: sugli sviluppi di un calcio d’angolo, Franco metteva al centro per Manetta che di testa colpiva la sfera mandandola sulla traversa. Sulla ribattuta Ragusa sprecava. Quattro minuti più tardi derano gli etnei ad andare ad un passo dal goal con Chiricò che metteva un pallone tagliato per Deli: il centrocampista colpiva di testa, anche in questo caso c’era la traversa a dire no e sulla ribattuta Dubickas reclamava un calcio di rigore per un presunto fallo di mano di Pacciardi. Dopo i primi 45′ di gioco più recupero persisteva la situazione di parità tra le due squadre. La ripresa si apriva senza sostituzioni e con il Messina pericoloso al 51′ con l’ex Emmausso che superava Castellini e tirava in porta trovando la risposta di Livieri, poi Ragusa ciccava e sciupava clamorosamente una ghiotta chance. Il Catania rispondeva al 59′ con Dubickas che raccoglieva il cross di Castellini girando verso la porta avversaria, grande risposta di Fumagalli in corner. L’angolo non sortiva alcun effetto con il tiro di testa di Silvestri che finiva fuori di molto. La compagine messinese si affidava spesso al suo uomo più esperto, ovvero Ragusa, ma erano tante le occasioni clamorose non capitalizzate dall’esperto attaccante. Prima girandola di cambi tra il 60′ e il 63′ per entrambe le squadre. Partita adesso più vivace e intensa, con il pubblico messinese che cercava di spingere i propri beniamini verso la vittoria. Rossazzurri in partita con Lucarelli che provava dalla panchina a fare lo stratega e cambiare l’inerzia del match. Ragusa sbagliava ancora al 64′ ciabattando da buona posizione, ma poco dopo si riscattava in difesa chiudendo su Dubickas. Al 70′ l’episodio che sbloccava la partita: clamoroso errore di Silvestri in disimpegno, Zunno s’involava verso la porta trovando Livieri in opposizione ma sulla carambola successiva la sfera arrivava ad Emmausso che metteva in gol per l’1-0. Dopo la rete subita Lucarelli cercava di correre ai ripari giocando due carte importanti per la fase offensiva: dentro Di Carmine e De Luca, fuori Dubickas e Deli. Successivamente sul rettangolo verde anche Chiarella per un evanescente Chiricò. Poco prima del cambio, al 78′, Zunno tentava una conclusione da circa 20 metri insidiosissima ma la mira non era quella giusta e la sfera finiva sul fondo. Nel finale cresceva la tensione, con gli ospiti alla ricerca del pari e il Messina a perdere tempo (per questa ragione due componenti della panchina peloritana venivano espulsi dal direttore di gara). Sei minuti di extra-time assegnati, con i messinesi ancora pericolosi con Zunno nel finale e gli etnei incapaci di essere cinici sottoporta. La partita finiva dunque così, con la prima sconfitta dell’era Lucarelli che si materializzava per il Catania e il trionfo del Messina che la spuntava di misura: 1-0 il risultato finale.

FOGGIA – POTENZA: di fronte due squadre con più di un problema e le rispettive panchine tutt’altro che stabili. Da un lato c’era chi il posto lo ha già perso (Lerda) e il suo sostituto (De Giorgio) non era quello inizialmente designato (Raffaele). Dall’altra c’era chi la panchina, stando ai rumors, rischiava di perderla senza una inversione di marcia. Tanto per cambiare, si cambiava. Gioco di parole non voluto, ma necessario. Stavolta Cudini si affidava a un 3-4-3 (con Di Noia di nuovo in difesa) inizialmente difficile da inquadrare, specie per i movimenti di Garattoni e del rientrante Rizzo. Quel che era certo, era che Peralta agiva largo sulla destra, con licenza di accentrarsi e azionare il piede con cui aveva maggior confidenza. Compito ingrato il suo, perché doveva ispirare le punte, in particolare Tounkara. L’assenza di pubblico a volte poteva essere un vantaggio perché allentava la pressione nei giocatori più in difficoltà. Ma non era il caso dell’ex Viterbese, che inquadrava la porta soltanto una volta di testa senza che il tentativo di inzuccata generasse qualcosa di più di una placida carezza sui guanti dell’ex Alastra. Il Foggia faceva la partita e la cosa era abbastanza lampante, anche se la confusione era sempre pronta a spuntare, soprattutto quando la palla si avvicinava al semicerchio che precedeva l’area di rigore. La squadra di Cudini lavorava molto sulle fasce e i cross dal fondo non erano neanche tanto malvagi; peccato mancasse lo stoccatore. Così come mancava la freddezza a Peralta dagli undici metri, quando Tonin (il migliore dei suoi) recuperava palla ad Armini che lo affossava in area. L’italoargentino incrociava, Alastra sceglieva il lato giusto e manteneva la parità. Poco pericoloso il Potenza, che pure i giocatori per far male (a cominciare dall’altro ex Di Grazia) ce li avrebbe. Tra i lucani regnava la prudenza e, a giudicare dal momento attuale, la scelta non era del tutto insensata. La succitata confusione regnava sovrana anche nella seconda frazione. Anzi, aumentava col passare del tempo. Un testa a testa (letterale) tra due difensori rossoneri, entrambi fiondatisi sullo stesso pallone nel tentativo di ripulire l’area di rigore, era la perfetta istantanea del momento rossonero. La duplice parata di Nobile (su Rossetti e Candellori) era una parentesi di luce nel buio della mediocrità che avvolgeva le due squadre. De Giorgio, dopo aver inserito Steffè per Saporiti, perdeva Hadziosmanovic in avvio (dentro Gyamfi) e poco dopo lo scoccare dell’ora provava a stappare il match cambiando l’intera coppia offensiva. Attendeva molto di più Cudini, che si affidava a Odjer oltre la mezz’ora per l’ammonito Martini e rispolverava Schenetti solamente al 39’. Al netto delle poche risorse a disposizione, non erano le scelte che assecondano l’urgenza di vincere. E infatti la partita non si schiodava, neppure in pieno recupero quando Garattoni veniva toccato in area. Per Mirabella non era rigore, in molti dissentono. Cudini in primis, che rimediava il rosso dopo il triplice fischio. Il modo peggiore per chiudere la serata.

SORRENTO – BRINDISI: la formazione di Roselli batteva il Sorrento grazie alle reti realizzate da Bunino e Lombardi nel primo tempo. Nella ripresa pura gestione da parte degli ospiti che mai rischiavano di subire gol, se non nell’azione al primo minuto del secondo tempo quando sul tiro di La Monica, Albertazzi è stato chiamato all’intervento. I biancazzurri ritrovavano la vittoria e il gol, quest’ultimo mancava da sette gare. L’ultima vittoria, invece, risaliva al 26 ottobre 2023, quando la rete di Ganz decideva la gara contro il Messina. Adesso grazie a questi tre punti e alla vittoria del Giugliano sul Monterosi, gli uomini di Roselli si portavano a +4 dall’ultima posizione.

Tags: Serie C
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