RASSEGNA STAMPA DEL 17 SETTEMBRE 2023 – IL QUOTIDIANO
di Domenico Palmiotti
«Ho già un progetto di massima sulla ristrutturazione dello Iacovone per farlo diventare uno stadio tutto nuovo. L’ho fatto fare. Nello stadio ci sono più posti rispetto a quelli del progetto che vuole portare avanti il Comune di Taranto. È moderno. È bello. Togliendo l’anello di sotto, le gradinate arrivano sul campo, modello inglese». A mille giorni dalla ventesima edizione dei Giochi del Mediterraneo di giugno 2026 (la distanza dall’evento l’ha calcolata lui stesso) e a pochi dalla data ultima (22 settembre) indicata al Comune perché metta a punto un suo progetto, Massimo Ferrarese, commissario di Governo per i Giochi del Mediterraneo, rilancia ciò su cui non ha mai fatto mistero: ristrutturare e riqualificare lo Iacovone, in quanto non c’è più tempo, per la complessità tecnico-burocratica e per i vari passaggi ancora da effettuare, per demolirlo e ricostruirlo di sana pianta sulla stessa area. Proposta, quest’ultima, che sta a cuore al Comune attraverso un progetto di finanza che vede partecipi i privati. «Non diventa un blocco unico la gradinata – spiega Ferrarese -. Tutte le gradinate sono a più blocchi, quella di sotto è staccata da quella di sopra, poi si collegano, ma ora l’obiettivo è realizzare una gradinata al posto di quella che c’era e che per il discorso sismico fu ritenuta inagibile. Si va a sostituire quella. Si arriva quanto più vicino al campo da gioco. Le gradinate vengono sostituite, la struttura viene tutta coperta, collegandola dove oggi ci sono gli spazi vuoti tra tribuna e curva, sia da una parte che dall’altra». Ma se un progetto di massima per lo Iacovone c’è già, vuol dire, chiediamo al commissario, che entro il 22 non si attende nulla dal Comune? «Non è che non mi aspetto niente – risponde -. Sono ancora fiducioso. Attendo il 22, dopodiché parto con il Dip, il Documento di indirizzo alla progettazione, e su questa base lancio la gara per far redigere il Pfte, il Piano di fattibilità tecnico-economico, che poi è quello che andrà in appalto per l’esecuzione. Andremo avanti così. Il Dip nascerà sul progetto di massima che ho fatto predisporre in questi giorni. Per chi non è del settore un progetto di massima può sembrare chissà che, quando invece lo si fa in una settimana». La proposta che Ferrarese attende da Palazzo di Città deve dunque riguardare la ristrutturazione del complesso, non altro. Tanto meno la riproposizione del project, anche perché, si ribadisce, nel masterplan dei Giochi la ristrutturazione è indicata, oltre al fatto che non ci sono più i margini di tempo per soluzioni diverse, come è emerso dall’incontro del 7 settembre in Camera di Commercio. E si evidenzia, inoltre, che nei poteri del commissario c’è la sostituzione, cosa che scatterebbe verso il Comune se l’invito di Ferrarese cadesse nel vuoto. L’altro ieri, intanto, la struttura commissariale ha incontrato sindaci e amministratori di Montemesola, Avetrana, Mottola, Pulsano, San Giorgio Ionico, Fasano e Conversano. Comuni che rientrano nel masterplan. «Stiamo affinando tutto con i progetti e con gli importi – dichiara Ferrarese -. C’è qualcuno che va fuori e quando accade, gli diciamo di preparare il primo e il secondo stralcio. Il primo lo mettiamo dentro – perché non stravolgo nulla sugli impianti dei Giochi -, mentre l’importo in più va nel secondo stralcio. Quando arriveranno gli altri fondi, andremo avanti anche col secondo». «Gli interventi dei Comuni – prosegue Ferrarese – sono ristrutturazioni e migliorie di impianti esistenti. Qualcuno ha anche una nuova struttura. Le opere nei Comuni sono importanti, da 2, 3 e 4 milioni. Faremo un accordo che consentirà loro di appaltare ma con la vigilanza del commissario. Li terremo d’occhio. Sono appalti che possono partire tra gennaio e febbraio e tenteremo di fissarne la conclusione al massimo nella primavera del 2025. C’è poi il discorso di San Giorgio Ionico. Non era inizialmente prevista, ma ora stiamo cercando di inserire anche l’equitazione nei Giochi del Mediterraneo attraverso una soluzione che utilizzerà l’impianto ippico di San Giorgio. Lo vado a vedere la prossima settimana». I fondi. È noto che i 150 milioni deliberati sono ormai insufficienti, «ma non possono non metterne altri – afferma Ferrarese -. Comunque ci vogliono altri 40 milioni per l’organizzazione. Sono molto fiducioso sulla volontà del Governo. Ho avuto segnali. Il Governo deve pure compensare quello che Regione e Comune di Taranto non hanno messo. I soldi della Regione dovevano venire dal Fondo sviluppo e coesione? Ma al presidente Emiliano, il ministro Fitto ha già detto che non può usare i soldi Fsc per la spesa corrente, è già certo che non può farlo. E quando Fitto glielo ha detto, Emiliano non ha replicato». «Gli ultimi incontri con i Comuni sono stati positivi – afferma Ferrarese -. Adesso giovedì vedrò alle 15 Salvemini di Lecce e alle 17 Marchionna di Brindisi, mentre Taranto rimane un problema non solo per i tre progetti più importanti, stadio, piscina olimpionica e centro degli sport nautici, ma anche per il resto, palestra a Paolo VI e PalaMazzola. Ci sono da fare opere rilevanti». E sul rapporto col sindaco Rinaldo Melucci, tornato di nuovo problematico proprio a causa della netta divergenza di vedute sullo Iacovone, Ferrarese risponde: «Ma è un problema tutto suo, ce l’ha con se stesso. Ma non mi arrovello su questo, né mi fossilizzo. L’obiettivo è andare avanti. Non esiste un problema di rapporti tra me e Melucci. Pronto ad incontrarlo anche adesso. Sono la persona che può aiutarlo a realizzare i Giochi. E attenzione: non è che io e il sindaco parliamo lingue diverse, è lui che non si fa capire. Perché mi si può dire vedi commissario, la tua soluzione non mi piace. D’accordo, allora dammene un’altra. Ti do questa, mi si risponde. Ma non funziona, osservo io. E per tutta risposta mi si dice no, questa è. Qui non è più una lingua diversa, è un modo per non realizzare la struttura. Vedo un atteggiamento contrario. E comunque ribadisco: sono sempre disponibile ad un incontro, anche di domenica. Dobbiamo andare avanti, ho preso quest’impegno».
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