«Non è una sorpresa che il porto di Taranto fosse stato dimenticato dal Governo Meloni, ma non possiamo restare indifferenti davanti all’ufficialità dello spostamento dell’ultima linea container a Salerno». Così il senatore Mario Turco, vicepresidente del MoVimento 5 Stelle e coordinatore del Comitato Economia, Lavoro e Impresa, commenta in una nota stampa la perdita definitiva della funzione commerciale del porto jonico, a suo dire ormai trasformato in un’infrastruttura energetica “senza alcun ritorno occupazionale o distributivo per il territorio”.
Turco accusa apertamente Palazzo Chigi di aver operato una «scelta non casuale ma machiavellicamente congegnata», finalizzata a smantellare la vocazione commerciale e turistica del porto di Taranto a vantaggio di un hub energetico centralizzato, in cui rigassificatore, dissalatore e impianti offshore produrrebbero solo danni ambientali e nessuna ricaduta economica per l’hinterland.
«Una grande infrastruttura pubblica, costata oltre 800 milioni di euro – afferma il senatore – viene svuotata di ogni prospettiva per Taranto e la sua provincia. A ciò si aggiunge il silenzio assordante del Ministro Salvini e di tutti i sostenitori di un governo che sta scientemente desertificando il Sud».
Turco sottolinea con durezza anche le implicazioni geopolitiche della trasformazione in atto: «La verità è che si chiude un asset strategico per la ripartenza economica della città, sacrificato sull’altare dell’acquisto del costosissimo e insostenibile gas americano. Un atto di sottomissione economica: tutti patrioti, ma coi porti degli altri».