Perché Vittorio Galigani vicino al Taranto e Massimo Giove?
Sono vicino a Massimo Giove. Sono stato uno dei più acerrimi critici in passato, poi un giorno mi ha chiamato, mi ha fatto vedere i conti, mi sono reso conto che è una società sana e che in città ci sono in giro pettegolezzi assurdi. Da lì ci siamo chiariti, abbiamo rivisitato un’amicizia di trentanni. Poi mi ha chiesto di essere suo consulente gratuitamente, non del Taranto, perché io non sono nell’organigramma societario. Io ho accettato e oggi possiamo dire, a differenza di quanto sostengono i denigratori, che il Taranto è una società sana. Giove ha ereditato una massa debitoria importante dalle gestioni precedenti. E’ un accumulo di debiti cristallizzato con l’agenzia delle entrate, che il presidente sta pagando. Ed ‘ l’unico debito. Poi c’è un patrimonio, tra calciatori, crediti e sponsor. Nella gestione Giove il Taranto ha riacquistato credibilità con le istituzioni e in questo ci sta anche un po’ di mio. Tutti vorrebbero venire a Taranto e giocare qui. Non ci sono debiti con i tesserati. Questa è una delega che mi ha affidato Giove ed abbiamo messo stabilizzato tutto. Questo ripeto ha ridato al Taranto credibilità, anche in virtù dei miei buoni rapporti con Sibilia e Barbiero.
Dal punto di vista umano come sta Vittorio Galigani, anche in virtù della contestazione?
In carriera per il ruolo rivestito dovevo e devo essere pratico, non simpatico, ma devo portare a casa il risultato, per l’azienda e per i tifosi. Alle contestazioni ormai sono abituato, lo hanno fatto anche quando eravamo primi in classifica. Un personaggio pubblico non ha mai l’unanimità dei consensi, quindi per il lavoro che faccio lo accetto. La mia è una consulenza gratuita, fatta per passione.
Salvezza a Napoli, la promozione dalla D in C2 e la vittoria dello scudetto, la salvezza di Ragusa e la promozione dalla C2 alla C1.
Mi sono innamorato di Taranto il giorno degli spareggi di Napoli, in questi giorni è venuto a mancare il mio amato presidente Fasano. Quell’anno fu eccezionale. Arrivammo nel girone di ritorno con Veneranda e la squadra era davvero forte. Le giornate partenopee furono favolose: il gol di De Vitis, i tifosi e la festa. Poi per necessità vendetti Maiellaro invece che alla Roma al Bari e nacque la contestazione. Poi sono rimasto anche l’anno dopo e sono tornato nel 1994 chiamato da Ruta, portando con me Iaconi e con una bella squadra vincemmo campionato e scudetto. Da lì non sono più andato via da Taranto. Poi chiamato da Blasi salvammo prima il Taranto dal tribunale e poi dalla retrocessione. Ci fu la promozione, fino ai play-off di Ancona e da lì è nata la contestazione. E’ così, capita. Blasi dopo quella partita perse tutto l’entusiasmo. Io poi andai via e poi lo fece lui. Ora è arrivato questo desiderio di Massimo Giove. Quando ha necessità io lo aiuto. Io devo essere pratico, se ho un incarico lo devo portare a casa. Accetto la contestazione, a volte la contestazione è stata anche una scaramanzia.
Lei ha tanta esperienza, cosa si deve fare per dare un nuovo colto alla Serie C e alla Serie D?
Il Covid paradossalmente da l’occasione per una riforma dei campionati. In Italia ci sono molte società professionistiche e la situazione economica non è sostenibile. Molte società sono in difficoltà economiche, soprattutto in Serie C. La maggior parte dei debiti sono verso lo Stato. Sarebbe opportuno chiamare la Serie C in altri modi per non fare pesare troppe tasse alle società. Gravina non ha voluto fare la riforma quest’anno, la farà probabilmente nella prossima stagione. E questo darebbe nuova dignità a tante piazze importanti come la nostra. Bisogna lavorare in questa ottica, come sta facendo Giove.
Che Taranto sta nascendo?
A Taranto il campionato deve essere per forza competitivo nel rispetto dei tifosi, con una proiezione verso il futuro. Giove vuole farsi trovare preparato alla riforma, come gestione societaria e infrastrutture. Il Taranto è un’azienda come tutti, fatta anche di bilanci. Giove di sacrifici ne ha fatti tanti e l’anno scorso sembrava quello giusto, poi ciò non è accaduto, ma il presidente ha fatto di tutto per accontentare i tifosi ed il primo dispiaciuto era lui.
Cosa non è stato rimarcato in questo periodo?
Chi vuole mettersi le bende agli occhi e i tappi agli orecchie fa finta di non sapere. Tutti parlano di un Taranto che ha fatto tante spese per poter vincere. Forse si è sancita troppo presto una vittoria che non c’era. L’ambiente calcio considerava il Taranto favorito. Ci sono stati molti costi elevati di gestione, ma sono cose che si sapevano. Giove non ha lesinato nulla nel tentativo di fare risultato nello scorso campionato. Con un modello più moderato, Giove vuole fare bene anche nella prossima stagione e la scelta di Danilo Pagni è indicativa di qualcosa di concreto.
Organizzazione e programmazione possono portare alla vittoria?
Giove mi chiama quando ritiene opportuno come consulenza. Lui vuole lasciare una traccia e per questo sta programmando per dare certezza. I pagamenti di tesserati, procuratori, fornitori e il pagamento cristallizzato del debito col fisco lo dimostra. Lui vuole portare il Taranto nelle categorie che competono alla piazza e per questo vuole creare una struttura societaria importante. Il calcio è cambiato e per questo tutti si dovranno adattare anche ai cambi economici. Giove vuole gente affamata e portare giocatori importanti con la giusta oculatezza.
La cosa più bella e più brutta da quando è nel Taranto…
Non voglio parlare di cose brutte, certamente quando vinci è tutto bello. In tanti anni ne ho sentite tante. Io non leggo neanche i commenti dei social, a chi me li manda dico di non mandarmeli e sul coccodrillo ci rido su.
La polemica riguardante il logo…
Bisogna essere pratici e mai simpatici. Bisognava arrivare al fatto che la società si riappropriasse del logo, che non è di Giove, ma del Taranto e dei suoi tifosi. Forse si è trovata la strada più difficile, attraverso una provocazione. Non è stata una battaglia, lo scopo è stato raggiunto, ovvero quello di restituire il “delfino” ai tifosi. Dalla prossima settimana riavremo il logo e sarà sempre quello per tutta la gestione Giove, quello che i tifosi hanno votato.
Tra dieci mesi, quanto spera di vedere il Taranto in una serie superiore?
Il Taranto va in campo per vincere ed essendo vicino al presidente, mi auguro che questo posso accadere. L’importante è che il Taranto dall’anno prossimo sia in terza serie. Non trascuriamo le riforme e la solidità aziendale, in modo che non si ricominci ogni cinque anni. Taranto si deve risollevare e i Giochi del Mediterraneo saranno importanti, mi auguro che nei prossimi sei anni ci sia una crescita notevole.
Fonte: Francesco Friuli – Studio100 TV