di Annarita Di Giorgio
Dopo 5 anni dall’assegnazione a Taranto dei Giochi del Mediterraneo e uno loro inizio, possono finalmente iniziare i lavori per il rifacimento dello stadio Iacovone.
E il Taranto FC può continuare a giocare al suo interno, con gli spalti pieni. Ironia della sorte proprio ora che le partite non va a vederle più nessuno. Infatti dopo mesi tra polemiche e continui rinvii, il Comune di Taranto ha aspettato andasse via Eziolino Capuano (“non c’è limite all’indegnità” aveva detto il mister al Sindaco che non sbloccava lo stadio) per decidere di concederne l’uso almeno fino a dicembre 2024.
Ora il progetto c’è e la ditta per la demolizione anche. Ma la curva sud è ancora sotto sequestro. Sembra assurdo ma dopo più di un anno dall’incendio dei rotoli che erano stati accantonati dal Comune sotto la curva sud, era il 3 settembre 2023, la curva è ancora sotto i sigilli della procura.
La stessa procura ha indagato per quell’incendio quattro persone: idue tifosi foggiani che avevano lanciati i fumogeni, e due dipendenti comunali, Vincenzo Piccolo e Paolo Fornaro, accusati di aver stoccato il materiale per la realizzazione della pista di atletica sotto la curva ospiti dello Iacovone.
Anche se tutti ricordiamo la foto di Mattia Giorno (all’epoca assessore ai lavori pubblici e oggi scelto da Michele Emiliano come suo staffista) in posa nello stabilimento di Alba con quei rotoli. Perché se è andato fino in Piemonte per farsi un selfie coi rotoli, poi se ne è disinteressato quando sono stati stoccati sotto lo Iacovone? Il comune tra l’altro si è pure costituito parte civile chiedendo un milione e trecento mila euro di risarcimento, ma solo ai tifosi del Foggia.
Proprio per chiarire il ruolo di quei rotoli incendiari, il pm chiuse lo stadio per oltre un mese dopo l’incendio. L’ultimo esame tecnico, effettuato in “campo neutro” presso i laboratori del Comando dei Vigili del Fuoco di Roma, risale al 19 giugno. Nell’atto notificato agli indagati risultano come parti offese la società del Taranto Calcio, costretto a non poter utilizzare lo stadio Iacovone nel periodo in cui rimase inagibile.
Da allora per due volte il Comune ha chiesto il dissequestro della curva sud, e per due volte, da ultimo il 29 luglio scorso, il tribunale lo ha negato. Dopo oltre un anno cosa impedisce di togliere i sigilli? Cosa c’è ancora da verificare che non è stato già fatto? O quale rischio si corre?
Il risultato è che manca solo un anno all’apertura dei giochi, e i lavori per lo stadio non possono ancora partire. Mentre nessuno dal Comune ha esposto un quadro chiaro delle risorse finanziarie e gestionali che serviranno dopo i Giochi per gestirlo. Particolare che non è un dettaglio e bisognerebbe chiarire alla luce dei presunti nuovi acquirenti che subentreranno nella società del Taranto FC, e che gestiranno lo stadio dal 2026 in poi.
Certo gli inconveniente possono accadere, ma ricordiamo che tutto questo non sarebbe successo se il sindaco Melucci, spalleggiato da Emiliano, non avesse perso i primi 4 anni, campagna elettorale compresa, a fare conferenze stampa propagandando uno stadio megagalattico con negozi e una torre di 80 metri mai esistita, che voleva far realizzare da un presunto dirigente dell’Astra Giorgiu a cui voleva dare anche il Taranto calcio (come raccontato dallo stesso Massimo D’Onofrio, mai smentito da Melucci). E che solo il compianto Massimo Battista ebbe a denunciare (quanto mancherà a tutta Taranto!).
E oggi a meno di un anno e mezzo dall’evento nessuno può garantire il dissequestro della curva per far partire i lavori, salvo voler intervenire forzatamente dall’esecutivo per via normativa forzando la decisione della procura. In questo caso servirebbe un decreto che obblighi la facoltà d’uso durante il sequestro, come quello stabilito per Ilva nel 2012, e ancora in corso per tutti gli impianti di area a caldo.
Ma per uno stadio, con tutto il rispetto per i giochi del mediterraneo, sarà un po’ difficile dimostrare un interesse strategico nazionale.