di Maurizio Corvino
Dopo la sonora batosta nel turno infrasettimanale contro il Potenza, gara in cui è sembrato tutto troppo facile per i lucani, favoriti da un atteggiamento rinunciatario da parte dei rossoblu ionici, nessuno si attendeva una gara di carattere e addirittura vincente, come quella che invece i tarantini hanno disputato ad Avellino sotto la guida del mister della primavera Michele Cazzarò, come ben sappiamo mister Gautieri si era tirato fuori con un certificato medico subito dopo la debacle di Potenza. Sarà stata una coincidenza ma abbiamo visto un Taranto completamente diverso nelle motivazioni e l’esultanza di fine gara dimostra la compattezza del gruppo che, forse, non è il reale problema di questa annata.
Questa settimana non ci soffermeremo ad una analisi reparto per reparto, il Taranto ha sofferto molto la differenza di qualità tecnica con l’Avellino ma ha saputo soffrire da squadra, gli attaccanti hanno aiutato il centrocampo in difficoltà e la difesa ha saputo tenere strette le linee, buono l’esordio del portiere Meli per l’acciaccato Del Favero, buono il lavoro di De Santis che ha annullato Patierno, bene Mastromonaco con l’ennesima partita di corsa, cuore e sacrificio condita da un assist per il colpo di testa letale di Battimelli, giovane ragazzo 2005, al secondo gol da tre punti in questa stagione.
Ad Avellino si è vista una squadra concentrata sul campo e brava a lottare su ogni pallone, sicuramente frutto dell’ottimo lavoro sulla testa effettuato da mister Cazzarò che avrà fatto leva sulla sua tarantinità per motivare dei ragazzi che tre giorni prima sembravano allo sbando.
Purtroppo a smorzare gli entusiasmi è arrivata, comunque attesa, la penalizzazione di ben 4 punti in classifica, tutto da rifare ma con la speranza che quanto visto ad Avellino non resti un caso isolato, anche se adesso c’è una grana in più, capire le intenzioni di mister Gautieri che non ha sicuramente dato un bell’esempio ne fatto una bella figura, e la risposta data in campo dai ragazzi dovrebbero perlomeno metterlo in un certo imbarazzo, ora tocca a lui o, se ci fosse, a qualcuno della società fare la propria mossa.














