Ha indossato la maglia rossoblù in epoche diverse, è stato uno dei pilastri della corazzata di mister Dionigi “campione virtuale” della Lega Pro 2012 e il suo arrivo in rosa due anni fa è coinciso con l’inizio di una emozionante cavalcata alla rincorsa del Picerno che però, vinse quel campionato, con tutti i se, i ma e gli strascichi giudiziari.
Vito Di Bari, Taranto è stata una tappa importante nella tua carriera. Quali i tuoi ricordi e quali le tue recriminazioni?
Quella del Taranto è indubbiamente la maglia che ho indossato più volte nella mia carriera, ho vissuto momenti bellissimi e ho avuto la fortuna di conoscere e giocare con tanti compagni di squadra forti, sono sempre stato bene, anche nell’ultima stagione di Serie D. Recriminazioni? Sicuramente i playoff persi con la Pro Vercelli e gli ultimi persi male a Cerignola che hanno oscurato il cammino fatto da Dicembre in poi quando riportammo anche tanta gente allo stadio a sostenerci.
C’è davvero molto rammarico per quelle due stagioni.
L’anno della Lega Pro è stato condizionato dai problemi economici della società e senza le penalizzazioni durante la stagione avremmo sicuramente vinto il campionato e penso che in serie B con quel gruppo che avevamo creato avremmo sicuramente potuto fare belle cose come hanno fatto altre squadre tipo il Cittadella, per citarne una. Quel gruppo era veramente forte tanto è vero che poi andammo a giocare quasi tutti in serie B l’anno successivo. La finale di Cerignola, invece, è vero che non ci sarebbe servita per ottenere la promozione, ma è stato molto brutto perderla in quel modo anche perché poi sono state dette molte cose, soprattutto molte falsità.
Dopo la stagione in rossoblù sei ripartito all’Eccellenza a Corato. Quest’anno hai accettato la corte dell’ASD Molfetta, società giovane, ambiziosa e con una rosa molto valida per la serie D.
Dopo Taranto ho voluto fare una scelta di vita e rimanere vicino casa perché la mia famiglia ha un’attività che ho deciso di seguire e perciò non ho voluto allontanarmi troppo. A Corato è stata una bella esperienza, abbiamo vinto la Coppa Italia di categoria ed eravamo secondi dietro al Molfetta quando il Campionato è stato sospeso e poi annullato per il Covid. Quest’anno c’è stata la possibilità di venire a giocare a Molfetta, una società si giovane ma che ha un progetto ambizioso e che in questa stagione vuole gettare le basi per un futuro importante.
Soddisfatti del campionato fin qui disputato?
E’ chiaro che da neopromossa il nostro obiettivo principale è salvarci. Dobbiamo trovare continuità fuori casa dove facciamo fatica, domenica abbiamo preso un punto a Fasano e speriamo sia solo l’inizio perché in casa siamo la seconda squadra per punti conquistati ma fuori casa la peggiore.
Taranto a parte, avete giocato con tutte le squadre attualmente in zona playoff. Che impressioni hai avuto?
Penso che il Casarano abbia una rosa davvero importante e che se la giocherà fino alla fine perché alla lunga verranno fuori i valori dei singoli. Il Taranto, alla luce degli ultimi acquisti, ha anch’esso una rosa importante valida per vincere. Attenti al Lavello, il Sorrento la reputo più una sorpresa attualmente. Per quanto speso penso che il Bitonto ad oggi è da considerare la delusione.
Hai avuto modo di veder giocare il Taranto?
Non ho avuto modo di seguirlo direttamente. Come ho detto la rosa è di tutto rispetto e soprattutto ha un allenatore che ha fatto bene in questi ultimi anni in serie D e che mi piace molto perché è uno che pensa solo al lavoro.
Tra una settimana torni a Taranto da avversario dopo la discussa finale playoff di Cerignola, con che spirito affronterai la gara? Magari avrai voglia di rivalsa …
No, assolutamente. Ho 38 anni, non ho rivalsa contro nessuno figuriamoci verso il Taranto. Quando ho indossato la maglia rossoblù ho sempre dato tutto, ho bellissimi ricordi, ho ancora tantissimi amici e vengo spesso a Taranto e ogni volta sento realmente l’affetto della gente nei miei confronti. Sarà bellissimo per me tornare e rivedere i vecchi amici nello spogliatoio.
Mancherà, come ormai consueto, il calore del pubblico.
Mi dispiacerà non giocare con il pubblico dello Iacovone perché è una sensazione unica, io poi sono uno che ama giocare con il pubblico, ma queste sono le regole attualmente e purtroppo, è brutto da dire, ci stiamo quasi abituando. Ma onestamente senza pubblico non è Calcio.
Vuoi mandare un messaggio ai tuoi ex tifosi?
L’augurio che posso fare è di tornare a calcare palcoscenici più importanti perché lo merita la città e lo merita la gente, Taranto non può stare in serie D.
E noi non possiamo che concordare.
Maurizio Corvino