di Domenico Ciquera
Nel consueto appuntamento del martedì Football Club, la presidente del Toma Maglie, Paola Vella, ha analizzato la stagione della sua squadra e le dinamiche del campionato di Eccellenza, toccando diversi temi di attualità calcistica.
Sul Taranto
«Guardando la classifica è chiaro che, dopo un inizio in cui si era un po’ allungata, ora si è accorciata. Mi dispiace per gli amici del Taranto perché subiscono una grande pressione: non credo sia facile, né per la società né per gli addetti ai lavori, mantenere equilibrio in ogni partita, sapendo che ci si aspetta sempre di vincere e stravincere.
Me ne sono resa conto quando abbiamo giocato contro di loro e abbiamo pareggiato: tifoseria spettacolare, tribuna un po’ meno… ma non si può pretendere di vincere sempre.
Paradossalmente, quando il gioco è meno tecnico, diventa più difficile. Probabilmente l’asticella dei giocatori del Taranto è più alta rispetto ad altre piazze, quindi la vittoria non è mai scontata.
Sicuramente loro subiscono una pressione che noi non abbiamo. È comunque una bella squadra e una società che sta facendo il suo percorso: non mi permetto di giudicare oltre. Alla fine, comunque, sono tutti lì.»
Sull’organico
«In maniera esplicita non si è avvicinato nessuno, ma sottobanco qualche telefonata mi è arrivata e qualche informazione mi è stata chiesta. Considerando che il mercato aprirà tra circa un mese, credo che certe chiamate arrivino sia per reale interesse sia per azione di disturbo.
Dal Taranto ho ricevuto solo alcune richieste di informazioni — probabilmente non provenienti direttamente dalla società, ma da qualcuno vicino — riguardo la personalità di un paio dei miei ragazzi.»
Sul gol del pareggio
«Abbiamo una squadra molto giovane. Il ragazzo in questione l’ho avuto per un paio d’anni quando ero presidente del Gallipoli, e ho fatto di tutto per portare Castellaneta a Maglie, anche grazie all’intervento del direttore generale.
Appena ha avuto l’occasione di segnare, non gli è sembrato vero: in tribuna c’era suo padre, emozionatissimo, non riusciva a parlare. È un 2004, quindi parliamo di un ragazzo molto giovane.»
Sul caso del DS del Brindisi
«Con i miei dirigenti scherzo tantissimo: nessuno conosce davvero i rapporti interni a una società. Non bisogna demonizzare ogni cosa.
Probabilmente si trattava di un rapporto scherzoso: all’esterno non è apparsa una bella immagine, perché la goliardata è andata oltre le righe, ma mi auguro che sia nata da un clima di sintonia e confidenza.
Una battuta può sembrare eccessiva, ma magari era solo un complimento. Oggi, però, tutto viene strumentalizzato.
Io stessa sono stata ferita con cori sessisti e altre situazioni, ma non bisogna andare troppo oltre. Bisogna rispettare questa donna coinvolta, che non conosco — magari non l’ha presa così male, o magari sì, ed è troppo ferita.
Non si sono lette dichiarazioni né da una parte né dall’altra. Mi permetto, con umiltà, di dire che forse sarebbe stato carino se lui avesse spiegato quella battuta.»
Sulle trasferte vietate
«Qui si apre un capitolo importantissimo, legato alle difficoltà strutturali e alla sicurezza. Ho l’impressione che spesso si preferisca limitare o vietare, piuttosto che intervenire per risolvere i problemi.
Nel calcio c’è una generalizzazione eccessiva: non a caso, in alcune partite ci sono più poliziotti che spettatori.
Le troppe limitazioni non fanno bene. Ci vorrebbe più solidarietà tra le società e maggiore disponibilità da parte delle strutture. Non dimentichiamoci che siamo tutti pugliesi.
Quando siamo saliti in Eccellenza tramite ripescaggio, la prima cosa che ho pensato è stata: “Sto regalando a Maglie la possibilità di affrontare grandi piazze”. Poi, vedere tutte queste restrizioni, non fa bene al calcio.»
Sulla trasferta a Maglie
«Il nostro impianto ha una capienza di 2.500 persone, ma attualmente è limitato a 1.500 perché i nostri ragazzi hanno deciso di occupare la tribuna Est, che ha una capienza inferiore.
Da parte nostra non ci sono problemi: la struttura lo permette e la sicurezza anche. Ci rimettiamo comunque alle decisioni del Questore, perché spesso si accusa la Lega, ma non è la Lega a decidere.
Le limitazioni vengono imposte dalla Questura, e la Lega è solo tenuta a farle rispettare.»














