di Maurizio Mazzarella
Se il sindaco Melucci ha le idee chiare sul futuro dello stadio Iacovone, non c’è chiarezza su dove il Taranto giocherà dal momento in cui l’impianto cittadino non sarà disponibile. La dirigenza ionica sta scandagliando tutti gli impianti al momento omologati per la Lega Pro, valutando anche situazioni idonee più da un punto di vista dell’ordine pubblico che logistico, analizzando nel contempo anche la disponibilità dei singoli comuni e delle realive società che lo utilizzano, che potrebbero ospitare la squadra di Capuano.
Allo stato attuale, in virtù dell’amicizia tra Massimo Giove e Pippo Caffo, patron della Vibonese e dell’Amaro del Capo, stando ad indiscrezioni raccolte dalla nostra redazione, solo per lo stadio di Vibo Valentia si è avuta la disponibilità ufficiale per usufrire dell’impianto per le gare interne nella prossima stagione, dal momento in cui lo Iacovone sarà indisponibile. Quindi da Gennaio 2024.
Un problema non solo per il Taranto, ma per tutti i tifosi che volessero seguire la propria squadra del cuore vista la distanza. Allo stato attuale non vi è disponibiltà degli impianti della provincia di Bari per motivi di ordine pubblico. Impossibile andare a Lecce per le regole rigide della Lega di Serie A, Francavilla Fontana non è disponibile sia per il Taranto che per il Brindisi che probabilmente emigrerà a Cerignola, altro campo di difficile assegnazione probabilmente per motivi di ordine pubblico.
Poi ci sono i campi della Basilicata. Da Potenza al momento nessuna risposta, Picerno potrebbe essere disponibile, ma potrebbero emergere problematiche di ordine pubblico. Le aggressioni a Manzo e Favetta sono ancora nella memoria della dirigenza ionica.
La problematica stadio è la vera distanza tra Giove e il sindaco Melucci, che probabilmente senza pensare a quella che sarà la decisione del Commissario Ferrarese, allontana ogni potenziale ipotesi di nuovo progetto o ristrutturazione dello Iacovone. Ci sarà certamente da sacrificarsi, ma il primo sacrificio sarà dei tifosi del Taranto che se la situazione non muterà, potrebbero essere costretti a migrare per molto tempo.
Una grana quella dello Iacovone, che ha il sapore della beffa per il Taranto, già costretto a migrare nell’anno con Ragno in panchina a Castellaneta, per gli allenamenti, in virtù del rifacimento del Campo B, che col nuovo progetto sarà completamente raso al suolo.
Una grana enorme a prescindere da ogni potenziale società che oggi o nei prossimi due anni gestirà il Taranto FC 1927. Aspetto che potrebbe allontanare ogni potenziale investitore o sponsor dal calcio dei due mari. Senza badare a come questo aspetto potrebbe incidere su una eventuale campagna abbonamenti.
Ma il nostro pensiero va esclusivamente verso i tifosi. Giusto sacrificarsi, giusto pagare qualsiasi prezzo per avere un impianto moderno ed all’avanguardia, se pur di dimensioni piuttosto ridotte. Tutti vogliamo il nuovo stadio, ma si cerchi di trovare una soluzione quanto prima evitando ogni possibile diatriba.














