di Alessandra Carpino
La consapevolezza della contestualizzazione ed il divieto dell’improvvisazione. Nell’eterno dilemma calcistico fra estetica e pragmatismo, il Taranto è condannato a scegliere la seconda opzione: non può permettersi esercizi di stile, solo concentrarsi sull’efficacia, sulla sostanza, sul risultato che non mortifichi ulteriormente la fragile classifica, che schiuda a qualche traccia di luce e positività in un viaggio che si preannuncia da un mese come un itinerario ad ostacoli, affrettato nelle tempistiche del suo allestimento. Contro l’ambizioso Trapani, il gruppo ionico ha dimostrato resilienza e metodo, criteri propedeutici all’applicazione di un calcio di sopravvivenza in categoria: ha mutuato nella sua interpretazione tattica quei dogmi di “equilibrio ed ordine” catechizzati dal suo stratega, Carmine Gautieri, blindando così un pareggio a reti inviolate (primo clean sheet per i rossoblu dall’avvio del torneo), debellando un calcio di rigore concesso in maniera frettolosa alla compagine di Salvatore Aronica (il terzo in una quaterna di gare, altrettanto dubbio come i precedenti), il quale avrebbe potuto trasformare le sorti dell’incontro alla mezz’ora circa del primo tempo e che, invece, ha rappresentato l’occasione di riscatto personale per il portiere Mattia Del Favero. Ha resistito all’assedio costante esercitato dagli avversari nel corso dell’intera ripresa, il Taranto, offrendo una duplice lettura emblematica: da una parte, la fase di non possesso palla è stata ripristinata, favorita da interventi attenti, coordinati, puntuali; dall’altra, urge una correzione accelerata per la creatività offensiva decisamente precaria. Lo aveva anticipato nel dialogo alla vigilia dell’evento agonistico, Carmine Gautieri: nessun integralismo tattico, nonostante la predilezione riconosciuta del modulo 4-3-3, eredità della didattica condivisa col maestro Zeman alla corte della Roma. L’organico rossoblu assomiglia ad un laboratorio: “abbandonare” transitoriamente un sistema di gioco effervescente a favore di un atteggiamento più conservativo come il 3-5-2, coi due esterni alti a ripiegare per tutelare e rimpinguare la retroguardia, è frutto di un’analisi contingente e ponderata da parte dell’allenatore stesso. “Stiamo lavorando sul 4-3-3 nei tempi, sullo spazio e per determinate situazioni, come mantenere le distanze e studiare le posizioni. La squadra lo sta facendo benino, ma la bravura di un tecnico consiste anche nel comprendere le difficoltà e nel mettere i suoi giocatori nel modo migliore di esprimersi- non si era nascosto, mister Gautieri- Stiamo valutando l’alternativa, due soluzioni per interpretare la partita col Trapani nel modo giusto”. Di necessità, virtù: la teoria è diventata pratica sul campo. Sacrificando l’affaire offensivo, ma disinnescando le bocche di fuoco dell’antagonista: “Sotto l’aspetto dell’equilibrio e dell’ordine la squadra è stata perfetta e compatta. Abbiamo fatto branco nel momento di difficoltà e nel difendere il risultato: lo spirito deve essere questo- ha certificato lo stratega a fine contesa- Una partita da interpretare sotto l’aspetto difensivo, ecco perché ho inserito l’elemento in più a ripiegare. E’ normale che mi aspetto di più in chiave offensiva: quando abbiamo la palla, dobbiamo ostentare maggiore personalità, non avere paura di sbagliare e cercare di arrivare in porta con quelle situazioni che proviamo in allenamento. In tre partite abbiamo operato col 4-3-3, contro il Trapani ho optato per il 3-5-2: questo non vuol dire essere rinunciatari”. “Nel discorso offensivo occorreva ragionare diversamente. Dobbiamo migliorare: ai ragazzi ribadisco che devono avere coraggio, sbagliare e riprovare. Questo è un gruppo che si allena benissimo: si mettono in discussione tutti, ma io dalla mia squadra mi aspetto sempre identità e padronanza, rischiare qualcosa per fare male all’avversario. Contro il Trapani, purtroppo, non è accaduto: spesso abbiamo avuto la palla e l’abbiamo persa subito, restando sotto pressione, difendendo in area di rigore e faticando. Bisogna perfezionare le strategie ma anche la tenuta fisica”. Già, la preparazione: “condicio sine qua non” di una sinergia e di uno sviluppo mnemonico fra reparti che stentano a decollare, complice l’innesto eterogeneo dei giocatori ingaggiati da agosto. L’appello di Carmine Gautieri è perentorio, perché i dettagli influiscono nella tipologia delle esercitazioni in agenda, compresa l’ubicazione che deve cautelare e non compromettere atletismo e visione da parte dei ragazzi: “Dobbiamo migliorare sulla seconda palla, sui primi passi, nell’approccio, nell’aggressività, nei duelli. Ci tengo a precisare che lavorare quotidianamente su un campo sintetico, seppur buono, e poi esibirsi su un manto erboso classico genera fatica. Vorrei che la squadra si allenasse almeno due volte in settimana sul campo principale: spero me ne diano la possibilità. Non abbiamo potuto usufruirne prima della gara e non ho capito il motivo, è una situazione che mi fa andare un pochino fuori di testa”. Nulla può essere lasciato al caso. Anche confutare l’adozione del progetto del minutaggio in determinati frangenti diventa basilare: “All’inizio abbiamo pensato di farlo, ma è normale che, in certe situazioni, bisogna ragionare diversamente per assicurare un risultato positivo. Dobbiamo raggiungere un obiettivo importante che è la salvezza, indipendentemente dall’utilizzo degli under: i giovani ci stanno offrendo tantissimo, ma ho valutato le tre sostituzioni in avvio di ripresa senza fare altri calcoli”. Ovvero: “Nel primo tempo ci siamo abbassati troppo, faticavamo ad uscire sulla corsia sinistra ed i trapanesi ci sovrastavano col pallone e ci infilavano proprio in quella zona – ha spiegato Gautieri- Ho optato per elementi d’esperienza come Contessa, il quale avrebbe potuto aiutarci nel primo controllo e nella spinta, o come Giovinco per creare qualche problema fra le linee e superiorità nell’inserimento”. E’ una prospettiva solida anche quella di attingere dal serbatoio dei calciatori privi di contratto, per completare la rosa e renderla competitiva ai fini della permanenza nel professionismo: “Sono soddisfatto di questo gruppo, di questi ragazzi che mi facilitano il compito e mi mettono in condizione di lavorare bene. Se ci dovesse essere qualche svincolato pronto a darci una mano, ben venga. Ne ho parlato col direttore Lucchesi; se si presentasse l’opportunità, non ci faremmo trovare impreparati”, ha rivelato il tecnico rossoblu. Sotto osservazione restano la zona nevralgica e la batteria avanzata.