di Fabrizio Di Leo
Quarantacinque anni fa, nella notte tra il 5 ed il 6 febbraio 1978, il bomber Erasmo Iacovone, il calciatore più amato in assoluto nel calcio ionico, non per altro lo stadio è a Lui intitolato, perse la vita in un incidente stradale, sulla Strada Statale 7 Ter (Taranto – San Giorgio Jonico), bivio con la Strada Provinciale 104 (Salina Grande – Talsano).
Le prime ore dell’alba del 6 febbraio, il tam tam mediatico, nonché quello classico del notizia diffusa in tutti i posti di lavoro e negli uffici, scuole ed enti pubblici e privati, quasi a macchia d’olio si diffuse e la giornata fu variata dalla ferale tragedia.

Il calciatore che più di altri, in quella magica stagione, 1977 – 78, aveva fatto provare la concreta ebrezza della realizzazione del sogno serie A, grazie ai suoi goal e al suo carattere molto schivo e riservato, non avrebbe più difeso i colori rossoblù su questa terra, ma dall’alto dei cieli dove non ancora ventiseienne era volato.
In quella occasione, la Città tutta, in un unico afflato, in segno di lutto, oltre quello ovviamente cittadino, si strinse attorno alla vedova Paola Raisi, all’epoca in attesa della nascita della figlia, tributandole l’affetto e la vicinanza, dimostrazione di come un figlio “adottato” dalla Città dei Due Mari, per l’attaccamento ai colori rosso blu, lo spirito d’appartenenza, la fierezza di calcare il glorioso Salinella, soprattutto orgoglioso, sia pure mostrato in modo molto misurato, di giocare in un contesto che fece suo da quando nel novembre 1976 fu ingaggiato dal Mantova, fosse riuscito ad unire tutto il capoluogo ionico e l’ambiente sportivo.
Il sogno di arrivare nella massima serie, allora, dopo 51 anni di vita del Taranto calcio, andò in frantumi e con esso, una parte dei cuori palpitanti rossoblù, cessarono di battere, quasi sugello di un amaro e triste destino che da sempre ha accompagnato le gesta calcistiche di una delle più grandi Città d’Italia, capoluogo di provincia, a non avere mai visto calcare la propria formazione nella serie A.
In quel momento, di grande tristezza, nacque il “mito Iacovone” che oltre ad essere ricordato con l’intitolazione dello stadio cittadino (abbandonò la denominazione “Salinella”), spinse alcuni sportivi e tifosi a deporre una lapide proprio nei pressi dell’incrocio fatale, che proprio di recente è stato preso in consegna e ristrutturata, grazie all’APS Taras 706 a.C., ideale custode della conservazione del nome del calciatore, nativo di Capracotta, nella provincia di Isernia, nel Molise.
Il suo ricordo, nel tempo comunque è stato più volte omaggiato: il 20 ottobre 2002, con l’inaugurazione di una statua nella piazza prospiciente l’impianto sportivo, realizzata dallo scultore Francesco Trani, quindi il 19 luglio 2009 la Giunta comunale di Taranto ha intitolato una via, adiacente allo stadio, ad Erasmo Iacovone.

Nella stagione 2015-16, sulle maglie della compagine jonica era presente una serigrafia del suo volto e, nel 38º anniversario della sua morte, il 6 febbraio 2016, il Taranto, impegnato in campionato in turno infrasettimanale indossò una maglia celebrativa.
La famiglia Iacovone, Paola Raisi e la figlia, ha conservato un legame indissolubile con la Città ionica, tanto che oltre alle varie ricorrenze e celebrazioni, in onore di Erasmo, viene frequentemente a Taranto per continuare a coltivare i rapporti personali che in quei 15 mesi di permanenza, Erasmo, aveva allacciato e rafforzato grazie al suo carattere di gran bravo ragazzo, sicuramente esempio per le nuove generazioni dell’epoca.
Erasmo, sono nove lustri che non sei più qui tra noi, ma la nostra Città, che ti ha sempre nel cuore, gli sportivi e tifosi tutti, sanno che da lassù, vegli la nostra inimitabile squadra dei colori rossoblù, da Te amati e difesi, con fierezza sui campi della serie B in quella stagione e mezza disputata, con la certezza che accompagnerai, i giocatori indossanti la maglia bicolore, a coronare, con leggerezza, il sogno, infranto in quella buia notte, che nel tuo nome si raggiungerà sempre ricordando le tue scolpite gesta in campionato.
Grazie di tutto e veglia sulla nostra Città.