a trasferta di Campobasso veniva considerata ardua in quanto nascondeva delle difficoltà non indifferenti, in considerazione che si andava ad affrontare una possibile diretta concorrente alla lotta per la permanenza in serie C, con l’incognita di non conoscerne sia la consistenza tecnica che quella qualitativa di un team, vincitore di uno dei nove gironi della serie D 2020 – 21, soprattutto da affrontarlo sul loro campo amico, alla presenza del pubblico locale.
I molisani, nel primo tempo, molto alti nella loro linea difensiva, tagliavano spesso il reparto offensivo ionico in cui gli attaccanti spesso risultavano essere in fuori gioco, infatti Saraniti veniva colto dal secondo assistente, operante sotto il settore dei distinti, in posizione irregolare.
Il Campobasso, proprio per questa tattica, sembrava essere padrone del centrocampo ed il Taranto costretto a rimanere nella sua porzione di competenza. In questa prima frazione, comunque, era Chiorra, nelle battute iniziali, ad essere decisivo su una iniziativa avversaria che con una grande bordata lo costringeva a deviare, la sfera, in angolo, mentre il Taranto, superato il classico impatto della fase di studio, controllava, senza grandi affanni, il tentativo di pressione molisana.
Nella ripresa, sembrava dovesse ripresentarsi il canovaccio del primo tempo, con il Taranto, per alcuni minuti, a difendersi con il solito ordine e compattezza poi, intorno alla mezz’ora, prima svolta del match.
Un’iniziativa di Saraniti, in prossimità della linea di metà campo, permetteva all’attaccante siciliano, di superare il suo diretto avversario che, nel tentativo di fermarlo con ogni mezzo, gli faceva sferrare un colpo, a metà tra una manata ed un pugno, movimento dall’alto verso il basso, quasi fosse un martello, che faceva crollare Saraniti ed il rosso diretto spezzava l’equilibrio del match con Laterza, ottimo lettore della gara, che cominciava la girandola dei cambi, necessari per preservare atleti colpiti dalle ammonizioni (a rischio di rosso per doppio giallo), ma anche per provare a vincere la gara.
Bellocq (una prestazione comunque eccellente per l’argentino) trovava un’incursione sulla fascia destra e, quasi in prossimità dell’area molisana, crossava una palla che Giovinco, d’anticipo, spizzava verso la porta campobassana, angolandola, quel tanto da superare l’estremo difensore dei padroni di casa, trovando la rete dell’1 a 0, accolto con estrema gioia da tutta la squadra (corsa ad abbracciarlo per festeggiare la marcatura dell’esterno, sotto la curva) e soddisfazione, sicura, da parte dell’intera tifoseria rossoblu, assente dagli spalti del Nuovo Romagnoli, per il caso “fidelity card”, ma incollata davanti agli schermi.
La mazzata, subita in inferiorità numerica e proprio nel momento (precedente) in cui i locali sembravano avessero perso le misure nonché coraggio per cercare di essere pericolosi per la difesa ionica, mentalmente faceva, da un lato, tentare di imbastire del gioco ma, dall’altro, la lucidità e la mancanza sbocchi faceva venire meno quelle sicurezze che, nella fasi inziali del match, sembravano esserci.
Il Taranto, infatti, nonostante i molisani cercassero di chiudere tutti i varchi, infoltendo la zona centrale della propria area, rimaneva padrone del match, mentre la formazione di Cudini, lentamente, si spegnava con una fiammata, all’ultimo minuto di recupero, quando un cross, rasoterra verso il cuore dell’area ionica, vedeva precipitarsi Tenkorag che, quasi fosse un calcio di rigore in movimento, angolava troppo la fiondata che si spegnava al lato destro della porta di Chiorra, facendo fare un respiro, liberatorio, a tutti i tifosi, seduti davanti ai teleschermi.
Finiva così, con una vittoria corsara, da parte dei cinici rossoblu ionici (bravi a sfruttare l’occasionissima capitata), con tre punti che li portava nel gruppo di testa assieme a Bari, Foggia, Catanzaro e Palermo e Latina, alle spalle del Monopoli solitaria capolista, in una gara in cui i punti saranno da considerare doppi perchè conquistati ai danni di una delle dirette concorrenti dei rossoblu, alla lotta per la permanenza in terza serie.
Tutto bene? Non tanto perchè se è vero che l’intero ambiente e la stragrande maggioranza della tifoseria rossoblu hanno gradito il risultato, una esigua parte dell’opinione pubblica, sui social, ha storto il muso e si è lasciata ad andare a commenti, di non gradimento o gradimento parziale, dell’impresa degli ionici in Molise.
La squadra di Laterza, da qualche parte definita “imbarazzante” (cioè una formazione neo promossa con obbiettivo di salvezza o meglio permanenza nella serie C, al primo anno di rientro nei professionisti, cosa avrebbe dovuto fare in più, al cospetto delle dirette concorrenti per questo obbiettivo, se non conquistare, nelle prime due giornate di campionato quattro sui sei punti a disposizione?) non può sicuramente avere un gioco scintillante come si potrebbe vedere sia in B che in A (con interpreti diversi, per tecnica, qualità ed esperienza), ma la capacità di compattarsi e superare le difficoltà nei momenti critici dell’incontro senza perdere la classica “testa”, dimostra che la caratteristica già vista nella passata stagione è rimasta immutata e tanto basta per affrontare, e se possibile, superare l’avversario.
I dubbi che ancora circolerebbero sul nuovo portiere Chiorra, su taluni dei commenti circolanti sui social (indeciso ed incerto sulle uscite, pericoloso sui calci da fermo subiti, quali corner e punizioni, non in sincronia con la linea difensiva), proprio le prime due uscite di campionato hanno dimostrato l’esatto contrario.
Con la Turris e ieri, al Romagnoli, con due belle parate ha evitato la capitolazione (imbattuto da 180 minuti) e permesso di poter portare a casa quattro punti, ripetiamo, sui sei disponibili. La linea difensiva, sempre oggetto delle perplessità, definiamole così, hanno coinvolto tutti. Tomassini, troppo giovane per operare come difensore destro e non darebbe l’impressione di sicurezza; ieri, Zullo considerato nullo o comunque appannato nella sua azione; Ferrara, ieri, leggermente meglio rispetto all’esordio casalingo, sono stati e lo sono, tutt’ora, soggetti a critiche, buone per trovare il classico pelo nell’uovo, peccato che siano osservazioni più distruttive che costruttive e che in un certo senso coinvolgono l’operato e le scelte di Laterza. Sul centrocampo poi, c’é la poesia della critica a tutto spiano. Diaby, con il suo atteggiamento agonistico muscoloso e dirompente definito da questi pseudo direttori tecnici, direttori sportivi, allenatori, nullo e quasi inidoneo per il gioco ionico; Longo, ieri da titolare con un lavoro oscuro ma utile a centrocampo e non appariscente, indicato sotto tono, quasi non pervenuto, ma anche Civilleri, domenica scorsa, finito nel mirino della ipercritica (a prescindere e a priori) giusta per esercitare lo sport di parlare male di questo atleti giunti a Taranto con grande entusiasmo e contenti di aver giocato davanti ad un pubblico caloroso che li ha sostenuti per novanta minuti.
Ed allora, tralasciando altri odiosi commenti ed illazioni circolanti su diversi social (su altri giocatori, quali Saraniti, Italeng e Versienti) l’invito che ci sentiamo di fare è quello di stringerci intorno alla squadra e, la grande prima occasione di giogo capita a proposito, sabato prossimo alle ore 17.00, dove lo Iacovone, possibilmente gremito fino al “sold out”, dovrà spingere la squadra (a conoscenza di come affrontare il Palermo, big del campionato ed aspirante alla promozione diretta in B), con il tifo ribollente, appassionato, a conquistare altri punti necessari a raggiungere l’obbiettivo primario stagionale e gettare le basi per le successive annate, propedeutiche a riportare i colori rossoblu nella categoria che merita e da cui è assente, ormai, da oltre ventotto anni.
Fabrizio Di Leo