Il 3 aprile 1950, nacque a Padova, Sergio Buso, portiere “totem” del Taranto, che giocò la sua prima stagione a Taranto, proveniente dal Novara, nell’annata 1977 – 78, in quella formazione delle meraviglie, fino a quando giocò Erasmo Iacovone, poi nell’annata 1978 – 79 ebbe la parentesi di Teramo (C1) per poi ritornare a Taranto nella stagione 1979 – 80, in quella formazione allenata, inizialmente, da Adelmo Capelli (1^ 14^), poi dal subentrante Gianni Seghedoni (15^ – 38^), con alla guida della compagine societaria, il compianto presidente , cavalier Donato Carelli.
Portiere, alto metri 1,88, per un peso di kg 82, nelle sue due annate trascorse in riva alla Ionio, ebbe come compagni di ruolo, prima Zelico Petrovic e Alfredo Angi, nella seconda stagione, invece il solo Petrovic.
Difese la porta ionica 31 volte, subendo 26 goal.
Indimenticato difensore della porta rossoblu, si fece apprezzare nonostante fosse in concorrenza, ma ottimi amico fuori dal campo, con il mitico Zelico Petrovic.
Giunto a Taranto all’età di 27 anni (in piena maturazione calcistica), al termine della stagione 1979 – 80, lasciò la squadra rossoblu e si accasò a Pisa (dove rimase fino al 1984), prima di passare, nell’ordine al Mantova nel 1984 – 85, per concludere la carriera, dal 1985 al 1988, con la maglia della Lucchese.
Iniziò la sua carriera di portiere a 18 anni, vestendo la maglia del Padova dal 1968 a 1972, del Bologna dal 1972 al 1975, nel 1975 – 76 quella del Cagliari, quindi rientro a Bologna, nel mercato suppletivo del 1976 e girato al Novara, dove svolse i canonici sei mesi di fine stagione 1976 – 77, collezionando, fino ad allora, ben 141 presenze tra serie A, B e C. Stabilitosi a Taranto, per amore, divenne allenatore e soprattutto coltivò la sua passione nel seguire i giovani, tanto che il presidente Carelli, nella stagione 1989 – 90, gli affidò la panchina nel settore giovanile, poi dopo avvenne la collaborazione con Renzo Ulivieri, contribuendo alla promozione del Bologna fino alla promozione in A e la partecipazione all’Intertoto.
Nel 1999 sostituì Carletto Mazzone, in un sorta di interregno, prima di passare la mano a Francesco Guidolin. Fu un maestro della tattica e svezzò Walter Mazzarri, agli esordi come allenatore nelle categorie giovanili.
Nella stagione 2001 – 2002, inizio il campionato con il Taranto del Presidente Giove, poi dopo la sconfitta di Gela (alla 18^ giornata) fu esonerato e la panchina ionica affidata a Massimo Silva (con l’infausto esito della finale play off contro il Catania).
Dopo l’esperienza nella Città Bimare, continuò l’esperienza di allenatore, sia dei portieri (Venezia, Reggina e Fiorentina), ricoprendo l’incarico di vice ed “ad interim” a Napoli, di allenatore di prima squadra a Catanzaro e Firenze.
Il 22 luglio 2006 Sergio Buso viene chiamato dal nuovo commissario tecnico della Nazionale di calcio italiana, Roberto Donadoni, ad entrare nello staff azzurro come vice allenatore, in particolare con incarichi di collaboratore tattico. Con questo nuovo incarico Buso fu costretto a lasciare la nuova avventura a Bologna dopo poco più di un mese.
L’esperienza azzurra di Buso è finita con il concludersi del lavoro di Donadoni come CT nel giugno 2008. È stato il vice di Roberto Donadoni anche al Napoli nel campionato 2008-2009 e nel 2009-2010. Per Donadoni aveva continuato a lavorare anche durante l’estate del 2011 nonostante fosse malato da tempo di una grave forma di leucemia. Le sue condizioni si sono aggravate nell’ultimo periodo e il 24 dicembre dello stesso anno è deceduto all’età di 61 anni a Taranto, città natale della moglie Sonia, dalla quale aveva avuto due figlie, Silvia e Giulia.
I funerali si sono tenuti il 26 dicembre a Taranto nella Chiesa di S. Egidio, nel quartiere Tramontone, stracolma di gente dove, oltre a Roberto Donadoni e Renzo Ulivieri, hanno anche presenziato calciatori, assistenti e dirigenti del Taranto del presente e del passato.
La sua figura di integerrimo uomo di grande probità ed umanità la ricordiamo, oggi, in quanto avrebbe compiuto 70 anni ed è rimasto nei cuori della tifoseria ionica, in quelle annate di grandi emozioni, gioie e dolori, ma sempre apprezzato per la sua professionalità che lo ha contraddistinto sui campi di gioco, come protagonista, per ben 43 anni consecutivi.
Sergio, la Taranto sportiva tutta conserva il tuo ricordo nei cuori, perché sei divenuto, nel tempo, per scelta personale e di cuore, un figlio della nostra amata Taranto, pertanto da lassù veglia sulla nostra squadra ed ispiratore delle gesta calcistiche dei prossimi anni.
Di Redazione