Un Taranto di prepotenza agguanta, graffia, pareggia e rimonta nella pazza serata di Coppa Italia. Ci ritroviamo sui gradoni in un turno infrasettimanale, quello dei trentaduesimi in cui si oppongono Fasano e Taranto. Dagli spalti non c’è il grande pubblico, ma il clima freddo non offusca il caldo tifo di entrambe le compagini.
I padroni di casa, circa trecento e belli da sentire, intonano per tutto il match… prima di criticare nel finale la sconfitta. Nel settore della gradinata, sono inseriti invece i supporters rossoblù, circa un centinaio. In campo, nelle fila rossoblù, si assiste alla sperimentazione tecnico-tattica (idea bocciata poi nel secondo tempo), ma i primi 45’ minuti di gioco si chiudono 2-0 per la compagine ospitante. I rossoblù non pervenuti, usciranno accompagnati dal coro “noi vogliamo gente che lotta”. Il Fasano invece, si accinge a concludere la prima parte in dieci uomini per espulsione. E’ li che si apre la “via della rimonta”.
Il secondo tempo, infatti, racconta un’altra storia. Il Taranto arcigno riesce a rimontare lo svantaggio nel nome di Favetta, il quale suggella il pareggio per 2-2 in meno di mezz’ora. Di Senso, Salatino e Favetta subentrano, incidono sul campo la parola “rivoluzione” e stravolgono il match. Dagli spalti si invoca a gran voce la vittoria, le curve non si battibeccano, anzi, regalano una bella atmosfera nella prima delle tante serate autunnali.
Il Taranto, con un uomo in più, fa quel che vuole: padroneggia nei reparti, acquisisce maggiore sicurezza, attacca, ci crede e davanti al proprio pubblico intervenuto in trasferta, Oggiano realizza il 3-2! E’ tutto bellissimo, impazzano i tifosi… è il gol della “remuntada”. Il Fasano si assottiglia nella prepotenza rossoblù, lasciando il verdetto finale in mano agli ionici.
E’ un successo meritato, seppur in superiorità numerica, che fa morale in vista della prossima partita di campionato. La gara termina, il vento no, ma non intende soffiare via l’impresa della qualificazione al fotofinish, custodita a denti stretti dagli appassionati ionici, che la portano con se’ nel percorso di ritorno a casa.
Massimo Buzzacchino